Nel corso del controllo, i Finanzieri hanno accertato che il dentista, copiando il sistema in uso alla criminalità, occultata dietro un armadio, aveva creato una vera e propria stanza segreta dedicata alla custodia della documentazione in “nero”, cioè relativa ai pagamenti ricevuti dai pazienti ed alle omesse fatturazioni.
A protezione, il professionista gestiva anche due distinte contabilità: una ufficiale ed una parallela, quest’ultima protetta da diverse password, precauzione che però non è bastata a fermare le indagini dei Finanzieri che sono così riusciti a ricostruire gli effettivi compensi percepiti dal dentista.
Gli investigatori hanno accertare come il dentista non abbia dichiarato per gli anni dal 2010 al 2014 compensi per oltre 6,5 milioni di euro, cui corrisponde un’IRPEF non versata al fisco di oltre 2 milioni di euro, rendendosi così responsabile del delitto di ‘dichiarazione infedele’, previsto e punito dall’art. 4 D.Lgs. 74/2000.
La completezza, seppure complessa, dell’indagine della Guardia di Finanza, ha consentito al Sost.Proc. dott.ssa Luisa Rossi della Procura di Padova di avanzare la richiesta di sequestro
preventivo che il G.I.P. del Tribunale patavino ha accolto, disponendo il sequestro, a carico del dentista, di denaro, titoli e numerosi immobili, per un valore complessivo di oltre 2,4 milioni di euro, provvedimento eseguito stamattina dai Finanzieri di Cittadella.