Da 10 anni percepiva l’indennità di accompagnamento. Truffa per 60.000 euro.
Forlì (FC), 20 settembre – Si è conclusa l’indagine della Guardia di Finanza di Forlì nei confronti di una falsa invalida cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica di Forlì per truffa aggravata ai danni dell’ INPS.
La donna, G.I. 63 anni, residente a Forlì e originaria di Messina, pensionata ed ex dipendente proprio dell’INPS, percepiva da 10 anni circa 500 euro al mese (oltre alla pensione di anzianità) perché nel 2002, riconosciuta “invalida con totale e permanente inabilità lavorativa 100% e con impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore”, era stata mandata in pensione con la concessione dell’indennità di accompagnamento.
Negli anni la donna era riuscita a trarre in inganno i medici nel corso delle diverse visite di controllo presentandosi sulla sedia a rotelle elettrica perché impossibilitata a camminare, adducendo sintomatologie dolorose che le impedivano di alzarsi dal letto da sola, dichiarando di avere bisogno continuamente dell’assistenza di un accompagnatore per svolgere le attività quotidiane, dal lavarsi al prepararsi da mangiare.
Le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal Procuratore della Repubblica, Dott. Sergio Sottani, e dal sostituto Procuratore Dott.ssa. Lucia Spirito, erano state avviate lo scorso mese di Marzo mediante appostamenti, pedinamenti e videoriprese e hanno consentito di appurare che la signora utilizzava la sedia a rotelle elettrica per uscire di casa solo negli orari “d’ufficio”, quando maggiore poteva essere la probabilità di essere vista. Alle 6 del mattino o dopo le 23 era solita invece passeggiare tranquillamente sotto casa.
Quando i finanzieri si sono avvicinati mentre era a spasso con il cagnolino, per invitarla in caserma, la signora, visibilmente imbarazzata, ha dichiarato di avere una patologia che le consentiva di poter camminare soltanto in alcune ore della giornata e in particolare la mattina presto o la sera, gli orari in cui usciva per la passeggiatina.
Per anni la donna, prima di andare in pensione aveva lavorato all’ INPS proprio nell’ufficio che si occupava delle pensioni di invalidità. Ed è proprio questo particolare, come lei stessa ha dichiarato ai militari, che le consentiva di “conoscere bene gli ambiti” per questa tipologia di pensioni.
La falsa invalida sarà segnalata anche alla Corte dei Conti per il danno erariale causato e per la restituzione delle somme indebitamente percepite.