Poco più di 70 anni fa, l’eccidio di Fornoli, in Lucchesia

Oggi vogliamo ravvivare nella memoria collettiva un evento tragico, che ebbe come teatro gli splendidi scenari della Valle del Serchio, in Lucchesia.

Il 18 Luglio del 1944 a Bagni di Lucca si compì uno dei numerosi eccidi perpetrati dai Nazi-fascisti in Toscana durante la 2° Guerra Mondiale, nelle cruciali fasi di arretramento delle truppe tedesche verso la Linea Gotica.

Tra la primavera e l’estate del 1944 oltre 4.000 civili furono uccisi nella regione, in attuazione della ormai documentata strategia di repressione della lotta partigiana attuata dai Nazisti: terrorizzare e massacrare le popolazioni locali, principalmente nelle zone montuose come la Garfagnana, che meglio si prestavano a dar rifugio alla Resistenza.

Sicuramente meno note dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, le fucilazioni di Bagni di Lucca, avvenute in due distinte località, causarono 13 vittime.

Vogliamo oggi commemorare il 70° anniversario dei tragici eventi recuperando una testimonianza inedita delle esecuzioni che ebbero luogo a Fornoli, località posta a 4 km dal centro di Bagni di Lucca, alla confluenza del Fiume Lima con il Serchio.

Testimone delle fucilazioni fu un sacerdote, Don Francesco Giampaoli, che fu chiamato a dare, prima dell’esecuzione sommaria, l’estrema unzione ai ragazzi visti crescere nella parrocchia del suo paese e passati alla lotta partigiana.

Ecco le parole di Don Francesco in una lettera risalente al 1983 indirizzata all’amico Gianfranco Bondi, nel 40° anniversario dall’evento bellico:

“Caro Gianfranco, mi sono fatto mandare dall’archivio di Fornoli, dove ho lasciato annotati tutti i fatti della guerra e dopo guerra, mi sono fatto, dico, mandare il discorso che feci nel 20mo anniversario delle fucilazioni dei partigiani fatte dai tedeschi e alle quali io fui presente ed ebbi lo shock più grande della mia vita, e quasi svegliandomi dal sonno ho esclamato: ma un altr’anno 18 luglio 1984! Se sono vivo e sto discretamente voglio tornare lassù alla cerimonia del cimitero di Ponte a Serraglio e commemorare il 40mo anniversario di quella triste sera e ricordare sul posto quei cari ragazzi che vidi morire sotto i miei occhi”.

Il ricordo di quell’evento traumatico e lo spavento dell’essergli sopravvissuto, ritornerà continuamente nella mente del religioso, parroco di Fornoli per 45 anni, che affrontò con coraggio e altruismo la guerra, contribuendo a salvare molto famiglie, inclusa quella di chi scrive.

da “geoitaliani.it

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