Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, il promotore finanziario, grazie alla fiducia dei clienti conquistata nel tempo, per ben diciotto anni avrebbe distratto a proprio favore i loro risparmi.
La truffa si è consumata prevalentemente in Emilia Romagna, Lombardia e Toscana.
I Finanzieri, nel corso delle indagini, hanno potuto appurare che le tecniche illecite utilizzate dal promotore per appropriarsi indebitamente del denaro erano svariate: dalla richiesta di denaro contante, fatto immediatamente scomparire, alla richiesta ai propri clienti di assegni bancari compilati a suo favore; dall’accensione di conti correnti all’insaputa degli intestatari, all’effettuazione di indebite operazioni di prelievo e/o pago bancomat, nonché riscatti parziali e/o totali di prodotti finanziari all’insaputa del legittimo intestatario.
Nel momento in cui i clienti avevano dubbi circa l’andamento dei propri investimenti, il promotore esibiva loro falsi rendiconti, stampati su carta intestata, all’insaputa del gruppo bancario di appartenenza (parte offesa nella vicenda).
In un caso, è stata truffata un’anziana vedova per 700.000 euro mediante l’indebito utilizzo di carte bancomat e assegni bancari di cui la cliente non conosceva l’esistenza.
In un altro caso, il promotore finanziario ha truffato un anziano, affetto da una grave patologia, al quale ha fatto visita nell’ospedale in cui era ricoverato, dissuadendolo dal disinvestire somme che nel frattempo aveva fatto sparire.
Molte vittime, tra lacrime miste a sofferenza e rabbia, hanno appreso direttamente dai finanzieri che i risparmi accumulati in una vita di lavoro erano andati in fumo.
Secondo la ricostruzione dei militari, effettuata attraverso l’analisi e il raffronto di migliaia di carte, fornite anche grazie alla collaborazione del noto gruppo bancario, il meccanismo aveva permesso all’uomo di crearsi un altissimo tenore di vita del tutto incompatibile con i redditi dichiarati al fisco.
Al termine della verifica fiscale prontamente avviata nei confronti del soggetto, sono stati segnalati oltre 800 mila euro “sfuggiti” all’Erario: una parte quale tassazione degli illeciti proventi (ovviamente non dichiarati) scaturiti dalla frode e una parte composta da provvigioni lecitamente percepite ma non dichiarate.
In relazione alle gravissime irregolarità poste in essere dal promotore finanziario, la Consob, procedeva prima alla sospensione cautelare e poi alla radiazione dall’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari.