Poliziotti e Finanzieri, hanno così individuato anche i rispettivi ruoli sia di comandante del barcone che degli altri 7 membri i quali si occupavano della distribuzione dell’acqua, della disposizione dei migranti e, in considerazione dell’elevato numero dei clandestini, del mantenimento dell’ “ordine a bordo” che veniva esercitato con violenza mediante calci, pugni, utilizzo di bastoni e cinghie nei confronti soprattutto di quei migranti che cercavano invano di risalire dalla angusta stiva in cui erano ammassati e nella quale hanno trovato la morte, verosimilmente per la mancanza di aria e le esalazioni dei fumi del motore, 49 migranti.
Il comandante risultava essere HARBOOB Ayooub (cl. 1995, sedicente marocchino), JOMAA LAAMAMI Tarek (cl. 1996, sedicente libico), ASSAYD Mohamed (cl. 1997, sedicente libico), AHMAD Alì Farah ( cl. 1997, sedicente libico), J. M. (cl. 1998, sedicente siriano -minore), SAAID Mustapha (classe 1992, sedicente marocchino), BEDDAT Isham (cl. 1985, sedicente marocchino), ABD AL MONSSIF Abd Arahman (cl. 1997, sedicente libico).
Sulla base degli elementi raccolti e con il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Catania,
hanno posto in stato di fermo di indiziato di delitto gli otto “scafisti” di cui sopra, per il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonché per il delitto di omicidio volontario plurimo”.
Sette fermati sono stati associati presso la casa circondariale di Catania “Piazza Lanza” a disposizione dell’A.G., mentre il minore è stato consegnato al CPA di Catania, anch’esso a disposizione dell’A.G. per i Minori.