Il Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, stamane ha incontrato il governatore Zingaretti, aprendo un’indagine con le ipotesi di reato di “interferenza in vita privata altrui e installazione abusiva di apparecchiature atte ad intercettare”. Poichè l’apparecchio è di costruzione artigianale e non era in funzione, sarà necessario affidare a un tecnico il compito di accertarne l’efficienza e la portata. La Procura ha precisato che non si tratta di un tipo di microspia in dotazione alla Polizia Giudiziaria a Roma per lo svolgimento di indagini.
Tenuto conto dell’immagine diffusa, abbiamo interpellato Polimeni Francesco, titolare della Polinet srl, azienda fra le più qualificate per i prodotti di microspie, e titolare del sito internet “www.spiare.com“.
Polimeni ci ha spiegato che, “osservando la foto da destra verso sinistra, la prima basetta dovrebbe essere un preamplificatore telefonico; la basetta a fianco, dove si inserisce il jack, è un amplificatore professionale da tv mentre quello subito a sinistra di colore verde è un trasmettitore audio-video 2,4, di scarsissima qualità, sfruttato nel solo audio ed è appoggiato sul pacco batteria. Nel legno, potrebbe esserci l’inserimento per la ricarica, tenuto conto che, per il tipo di prodotto, – autocostruito ed anche male – la durata massima può essere di 4-5 ore mentre la capacità di trasmissione può avere un raggio massimo di 30-40 metri. Tale apparecchio, non supera la spesa di 100 euro e non si può certo definire una microspia”.
Ora spetterà ai Carabinieri svolgere le indagini per risalire all’autore ed al tempo di collocazione dell’apparecchio nella poltrona.