Siamo circondati da focolai di guerra. Quale futuro?
Bombardamenti a Gaza, dove un quartiere è stato distrutto e il numero delle vittime è salito oltre 500; una breve tregua e oggi si riprende a colpire. Si muore a Tripoli dove, negli scontri fra milizie rivali, sono già morte 47 persone. Si muore anche nei cieli dell’ Ucraina, con missili di fabbricazione russa, con Putin che telefona nottetempo per dire ai leader mondiali che non bisogna fare della tragedia uno strumento di ritorsione politica. Papa Francesco, l’unico grande leader mondiale esistente, dice non più violenze, mentre il muro dell’odio appare l’unica certezza. Sono seguiti incidenti nei giorni scorsi davanti a due sinagoghe di Parigi, tanto che le autorità francesi hanno vietato manifestazioni pro-Palestina ma, nonostante ciò, sono scesi in piazza migliaia di persone, causando l’incendio di auto con cariche della polizia nel quartiere multietnico di Barbès. Il quadro è così grave che i giornali francesi scrivono di “polveriera parigina”. Sicché i vari focolai, secondo taluni osservatori, sembrano preparare lo scontro frontale, l’Armageddon (termine di cui si parla nell’Apocalisse, nel Nuovo Testamento), cioè l’urto finale tra le forze del Bene e quelle del Male (con ciascuna parte che considera “male” la parte opposta).
Ma sarà proprio così?
Ci auguriamo di no, però intanto analizziamo qual è l’atteggiamento di noi occidentali nei confronti di guerre tanto vicine.
Bisogna in primis fare riferimento al principio di invisibilità della guerra, cioè seguiamo gli eventi sui media; quel gran circo mediatico, che fornisce a centinaia di milioni di persone, quali spettatori passivi, un vero e proprio copione dello spettacolo, che è uno scenario di morte e violenza inaudita, il tutto appreso e visionato in diretta.
Insomma, indifferenza, invisibilità e forse anche ipocrisia caratterizzano i tempi attuali; sì, anche ipocrisia, perché giustifichiamo la guerra rassicurandoci che si tratta di missioni di pace, e non già di guerre guerreggiate che uccidono, al 90%, bambini, vecchi, donne e uomini inermi! Ed è proprio per questo che viviamo uno dei periodi più bui….
Quale futuro?
Sull’argomento, articoli del 4 Ottobre 2012 dal titolo: “Il novecento, definito il secolo più cruento e violento con due guerre mondiali. L’attuale come sarà giudicato?” e del 13 Marzo 2014: “Indifferenza, invisibilità e ipocrisia nel concetto di violenza”