L’indagine, avviata nell’ottobre 2012, ha consentito di acclarare responsabilità penali a carico di 22 soggetti, italiani e stranieri, i quali, con ruoli differenti, hanno partecipato alle diverse fasi delle operazioni di riciclaggio delle autovetture mediante l’esportazione delle stesse con modalità tali da ostacolarne l’identificazione ed impedirne il rintraccio. Gli elementi raccolti, sia grazie ai numerosi servizi di osservazione e pedinamento, nonché attraverso mirata attività di intercettazione telefonica di utenze italiane ed internazionali, hanno delineato l’esistenza di una persistente ed illecita attività di acquisizione di autovetture in territorio italiano finalizzata, previa falsificazione della documentazione atta a comprovarne la provenienza, alla successiva riallocazione degli autoveicoli all’estero, in particolare in Spagna, Marocco, Algeria e Mauritania. Le autovetture, “ordinate” all’organizzazione da ignoti acquirenti esteri, venivano individuate in Italia e acquisite da detentori compiacenti, quasi sempre titolari di contratti di leasing o noleggio, i quali dapprima le “alienavano” all’organizzazione dietro un corrispettivo in denaro notevolmente inferiore al valore di mercato e, successivamente, dopo aver avuto conferma dell’avvenuta esportazione e, dunque, della “messa in sicurezza” del veicolo, ne denunciavano falsamente il furto alle forze dell’ordine, con grave danno per le società di leasing o noleggio proprietarie delle vetture e, soprattutto, per gli istituti assicurativi tenuti al conseguente indennizzo. Le autovetture acquisite, previa formazione di falsa documentazione attestante la legittima detenzione delle stesse in capo ai vari autisti di volta in volta individuati, raggiungevano così il nord Italia ed espatriavano in Francia, proseguendo verso la Spagna e terminando il proprio viaggio in paesi extra-Schengen, ove non sarebbero state più tracciabili. Tra le auto illecitamente esportate, tutte nuovissime e di notevole valore, figurano Porsche, Audi, Mercedes, Volkswagen, BMW e Range Rover, acquisite in Italia dall’organizzazione a circa 1/5 del loro valore e rivendute all’estero a prezzi competitivi. Il volume d’affari accertato dell’intero gruppo criminale ammonterebbe a circa 500.000 euro.
Le misure cautelari e le perquisizioni stanno interessando il territorio delle Province di Roma e Verona.