I decreti erano stati emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, a carico di: C. C., di 42 anni, F. F, di 36 anni, al momento del fermo detenuto presso una clinica romana, D. C., di 31 anni, al momento del fermo agli arresti domiciliari, F. S., di 46 anni, G. C. di 35 anni e F. R., di 33 anni, tutti romani. Gli stessi sono ritenuti responsabili di essersi associati tra loro al fine di reperire, acquistare, trasportare e commercializzare ingenti quantitativi di cocaina. I provvedimenti restrittivi sono scaturiti a seguito del verificarsi, negli ultimi tempi, in una delle zone di operatività del sodalizio criminale, Casilino – Tor bella Monaca, di cruenti episodi delittuosi. L’Autorità Giudiziaria competente, al fine di scongiurare ulteriori ed eventuali azioni criminose, ha adottato immediati provvedimenti restrittivi a carico dei componenti dell’organizzazione criminale. Nel corso dell’indagine, corroborata da attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientale e da delicati e mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento a carico degli indagati, sono stati raccolti molteplici, chiari e concordanti elementi probatori. I componenti il sodalizio criminale hanno agito in epoca compresa tra il febbraio 2012 e marzo 2013 associandosi tra loro, al fine di commettere più delitti di acquisto, trasporto, detenzione e successiva cessione a terzi di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Questi i ruoli rivestiti in seno all’associazione; D. C., F. F. e F. S. erano i promotori ed organizzatori con compiti di mantenere i contatti con i fornitori, gestendo lo spaccio nei quartieri di Tiburtino III, S. Basilio e Casilino-Tor bella Monaca, predisponendo altresì l’acquisto di utenze intestate a persone di fantasia o comunque non a loro ricollegabili al fine di eludere eventuali controlli da parte delle Forze dell’Ordine, essendo già tutti noti per essere stati deferiti per reati della stessa indole; la G. F., G. C., F. R. e B. M. A. il ruolo di partecipi, coadiuvando il D. e i germani F. in ogni attività necessaria per il raggiungimento del fine, adoperandosi per la custodia e per la gestione delle cessioni della sostanza stupefacente, nonché per la custodia del provento illecito; B. M. unitamente al G. C., all’interno dell’organizzazione hanno svolto il ruolo di “factotum” a favore dei ruoli apicali. L’indagine è scaturita a seguito dell’arresto operato dalla Squadra Mobile di D. C. e F. F., a cui furono sequestrati 5 kg. di cocaina. I successivi accertamenti hanno permesso di individuare il fornitore della partita di stupefacente sequestrata nel C. C., conosciuto nell’ambiente criminale con il soprannome “Cacetto”. Nel corso dell’attività investigativa sono emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati ascritti, desumibili dall’esito delle intercettazioni condotte dalla Squadra Mobile e dai copiosi sequestri di sostanza stupefacente che hanno permesso altresì di decodificare il significato già ipotizzato di alcuni termini “in codice” utilizzati nel corso delle conversazioni telefoniche. Per fare qualche esempio, venivano utilizzati i termini “ torte” “limoni” “meloni” oppure “limone -2” oppure “melone – 2”, appunto per raffigurare di volta in volta i quantitativi di droga oggetto delle compravendite (limone = 5 Kg di cocaina, melone = 10 Kg). Gli associati comunicavano esclusivamente attraverso l’utilizzo di sms, sfruttando utenze telefoniche intestate a persone fittizie. Per quanto concerne le armi nella piena disponibilità degli associati i termini utilizzati convenzionalmente dagli stessi erano: “ferro”, “giochi”, bomboniere e i confetti per indicare rispettivamente le armi da fuoco e le munizioni. L’attività di indagine ha altresì permesso di identificare in B. M. A. il responsabile del ferimento del P. D., avvenuto il 28.02.2013, dimostrando dunque la disponibilità di armi in capo al gruppo criminale. Gli associati, nessuno dei quali svolge attività lavorative lecite, in un anno di tempo hanno gestito un notevole volume di affari, che ne ha permesso anche l’autofinanziamento, movimentando diversi milioni di euro, provento dell’illecita attività di spaccio. D. C. e F. F., ai vertici dell’organizzazione, nonostante agli arresti, hanno continuato nell’attività illecita gestendo la stessa rispettivamente dai luoghi di detenzione attraverso ordini e disposizioni perentorie ai compartecipi, in particolare F. S., G. F., F. R., B. M. A. e G. C. che hanno gestito all’esterno i contatti con i fornitori e gli acquirenti della sostanza stupefacente nonché la gestione del ricavato illecito. B. M. A. e G. F. sono allo stato irreperibili.