Strage di Motta Visconti – Uccise freddamente la moglie e i figlioletti dopo un rapporto sessuale

Cristina, prima di morire, gli grida: ”Carlo che stai facendo..perché?”

Motta Visconti, 16 giugno – Agghiaccianti i particolari emersi nel corso della conferenza stampa del Procuratore Capo di Pavia Gustavo Cioppa e del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Milano, Generale Maurizio Stefanizzi in relazione al fermo di Carlo Lissi, quale autore del triplice omicidio famigliare nella villetta di famiglia avvenuto ieri notte a Motta Visconti (Sterminio di Motta Visconti. Fermato il marito)

Nel  corso dell’interrogatorio, alle contestazioni sulle sue contraddizioni, Carlo Lissi, dopo essersi preso la testa fra le mani, ha invocato per sé il massimo della pena quindi è crollato rendendo piena confessione. “Si è come lasciato andare e da quel momento è stato un fiume in piena”, raccontano gli inquirenti ”Non c’è stato un raptus o un elemento scatenante, come una lite, o una brutta notizia: Lissi ha agito in modo lucido, nonostante il folle gesto nè mai c’erano stati gesti o atti di violenza famigliare”. Proseguendo, poi “Sono circa le 23 quando Carlo e la moglie, Cristina, si trovano nel soggiorno della villa. I bambini dormono di sopra. I due hanno un rapporto sessuale, poi lei si adagia su un divano, a guardare la tv, e lui si alza e va in cucina. Un gesto normale, come per bere un bicchiere d’acqua, ma quando torna impugna un lungo coltello, si porta silenziosamente alle spalle della moglie e la colpisce di punta tra la gola e le spalle. Lei scatta in avanti, barcolla, si gira, lo guarda negli occhi e gli chiede ”Carlo che stai facendo..perché?”, grida ”aiuto” (la sua voce verrà sentita dai vicini ma scambiata per un urlo per la partita, anche se non era ancora cominciata) ma come risposta ottiene un pugno che la fa stramazzare al suolo. Una volta a terra lui la colpisce ancora con altri 3 o 4 fendenti, all’ addome e alla schiena. Per la donna non c’è scampo. A qual punto l’uomo sale al piano di sopra, dove ci sono la camera matrimoniale e le due camerette dei bambini. Prima va in quella della figlia di 5 anni, le appoggia una mano sul collo e le affonda con l’altra, di punta, tutto il coltello nella gola. La piccola morirà senza nemmeno svegliarsi. Poi va nella camera grande, dove il fratellino abitualmente viene fatto addormentare per poi essere spostato in cameretta: anche a lui, di soli 20 mesi, l’uomo fa scendere la lama profondamente, di punta, nella gola, tenendo fermo il collo, mentre dorme profondamente. Quindi scende in cantina (è ancora in mutande, dopo il rapporto intimo con la moglie), si fa una doccia, risale, si veste. Ha un appuntamento con un amico per vedere la partita dell’Italia. Come niente fosse si prepara, sale sull’auto, si ferma alcune centinaia di metri dopo, si sbarazza del coltello gettandolo in un tombino, arriva al pub dell’appuntamento, saluta l’amico e guarda la partita. Poi alle 2 torna a casa, e inscena il ritrovamento dei corpi e il panico per la strage della sua famiglia da parte di sanguinari rapinatori per svaligiare la cassaforte”

Secondo gli inquirenti, il movente dell’assurda strage  è perchè il  Lissi si era  invaghito di una collega di lavoro la quale però, sentita dai Carabinieri, nega di avere avuto con lui una relazione e di aver sempre respinto le sue avances.

Le modalità di consumazione  degli efferati omicidi, fanno propendere ad una premeditazione e non ad un improvviso raptus. Infatti, solo l’evento dell’importante partita di calcio da vedere con gli amici in tarda serata, poteva giustificare l’ uscita a quell’ora ed il rientro in piena notte, inscenando la falsa rapina finita male.

Ma gli investigatori dell’Arma hanno presto svelato la verità, assicurandolo alla giustizia.

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