A Napoli, venne massacrata una famiglia. Archiviazione!
Napoli, 29 agosto – L’8 novembre1975, a seguito di allarme dato dai famigliari della famiglia Santangelo perchè privi di notizie dei congiunti, la Polizia con i Vigili del Fuoco si recò in via Caravaggio, nella zona alta del quartiere Fuorigrotta. Entrati nell’appartamento, la scena apparsa dinanzi agli agenti fu da horror: nella vasca da bagno, furono rinvenuti i corpi massacrati – probabilmente con un corpo contundente mai rinvenuto – di D.S., 54 anni, capitano di marina mercantile in pensione e della sua seconda moglie, l’ostetrica G.C., 50 anni nonchè il loro cane Dick, anch’esso ammazzato. Anche A.S., 19 anni, figlia dell’ex capitano. venne trovata morta massacrata in casa.
Dalle indagini, la strage risalita alla notte tra il 30 e il 31 ottobre. Sul posto, vennero rinvenuti e sequestrati parecchi oggetti, tra cui uno strofinaccio insanguinato e mozziconi di sigaretta.
Gli investigatori, con processo indiziario, denunciarono quale autore del triplice omicidio, D.Z., nipote di una delle vittime, che venne condannato in primo grado all’ergastolo e che, in carcere, prenderà la laurea in legge e poi eserciterà l’attività di penalista.
In appello, D.Z. fu assolto e dopo l’annullamento della sentenza da parte della Cassazione, nuovamente assolto con formula piena dalla Corte di Assise di Appello di Potenza, sentenza confermata nel 1985 dalla Cassazione con risarcimento all’imputato, da parte dello Stato, per danni morali e materiali.
A seguito di esposto anonimo inviato nell’ottobre 2011, sono stati eseguiti da parte della Polizia Scientifica di Napoli e Roma, esami del Dna sui reperti sequestrati e conclusisi nel 2013. Sugli stessi, vi sarebbero tracce del Dna dell’allora imputato.
Questo però, ormai, in Italia non cambia più nulla in quanto, in base al principio del ”ne bis in idem”, ovvero il divieto di processare due volte una persona (in caso di assoluzione) per lo stesso fatto, il processo verrà archiviato definitivamente.