Maresciallo assassinato sotto casa. I figli dell’omicida condannati ieri per droga
Sarebbe questo il movente dell’omicidio del Maresciallo Antonio Taibi
Carrara, 27 gennaio – Questa mattina, alle 7,30, un uomo ha citofonato a casa del Maresciallo dei Carabinieri Antonio Taibi, adducendo una scusa e nascondendo la sua vera identità.
Il Maresciallo, che abita in una strada nel centro storico di Massa, al terzo piano, è sceso al piano terra. Aperta la porta dello stabile, si è trovato di fronte un uomo armato di pistola che ha fatto fuoco contro di lui, uccidendolo e allontanandosi a piedi. All’omicidio, ha assistito il figlio del sottufficiale.
Mentre scattavano le indagini per risalire all’autore dell’efferato omicidio, si è presentato in caserma, Roberto Vignozzi, 72 anni di Carrara, ex postino, il quale accusando il Maresciallo di “aver rovinato i miei figli”, si è dichiarato l’autore dell’assurdo gesto.
Proprio ieri, i due figli di Roberto Vignozzi, sono stati condannati dal tribunale di Massa
ad un anno di reclusione in un processo in cui erano entrambi imputati per reati relativi alla droga.
In caserma sono arrivati anche la moglie dell’anziano con uno dei due figli e l’avvocato di Vignozzi, Guido Bernieri, il quale, uscendo, ha detto di aver rinunciato all’incarico.
Il procuratore di Massa, Aldo Giubilaro, ha confermato che il movente dell’omicidio potrebbe proprio risiedere nella vicenda giudiziaria dei due figli dell’uomo, poiché il maresciallo Taibi in passato si era occupato delle indagini sui due giovani, tra i 25 ed i 30 anni. Uno dei due, tra l’altro, è soprannominato ‘Diabolik’ ed è coinvolto nelle indagini su alcune rapine compiute da un uomo con il volto coperto da un passamontagna nero che lasciava scoperti solo gli occhi.
Ora le indagini dovranno stabilire anche la provenienza della pistola con la quale è stato ucciso il Sottufficiale dell’Arma.
Il maresciallo Antonio Taibi, 47 anni, lascia la moglie e due figli.
Di origini palermitane, trascorreva le vacanze estive in un paese della provincia, Ventimiglia di Sicilia, dove è nata la madre Maria Portuese. Il sindaco del paese, Antonio Rini, nell’apprendere la funesta notizia, ha dichiarato: “Antonio Taibi in paese tutti lo ricordano come il ‘gigante buono’. La nostra comunità è molto colpita da questa tragedia e proclamerò il lutto cittadino”.