Ad uccidere i nonni e la zia è stato il nipote.
Santhià (Vercelli), 17 maggio – I corpi senza vita di Patrizia Manavella, 56 anni, e dei suoi genitori, Tullio Manavella e Tina Bono, 85 e 78 anni, sono stati ritrovati, ieri mattina, nella villetta di famiglia in via Marconi 14.
A dare l’allarme il figlio dell’anziana coppia, Gianluca Manavella, che, dalla Sardegna dove si trovava per un corso di aggiornamento professionale, non riusciva da ore a rintracciare i suoi famigliari.
E cosa ancora più preoccupante, l’impossibilità di raggiungere telefonicamente anche il proprio figlio, Lorenzo, irreperibile dalla sera precedente.
L’immediato allarme dato ad un suo amico ha permesso di fare la macabra scoperta.
Dopo aver forzato la porta di accesso dell’abitazione, i vigili del fuoco, hanno trovato una raccapricciante scena del delitto: i corpi degli anziani erano riversi a terra, massacrati da un corpo contundente, un martello o un soprammobile, mentre quello della loro figlia, era disteso in un letto e riportava numerose ferite da arma da taglio, un coltello o un punteruolo.
Mentre gli investigatori, coordinati dal procuratore capo di Vercelli, Paolo Tamponi, vagliavano testimonianze, circostanze e dati e predisponeva le ricerche del nipote 25enne Lorenzo Manavella, finora non rintracciato, lo stesso, si presentava alla Polizia ferroviaria di Venezia.
Lorenzo Manavella, con i vestiti ancora sporchi di sangue ed in stato confusionale, agli agenti diceva: “Sono stato io, sono stato io. Li ho ammazzati io a Santhià. Voglio costituirmi da voi e non a Vercelli”.
Il giovane veniva fermato e trasferito in carcere, a disposizione dei magistrati inquirenti.
Al momento si ignorano le cause dell’assurdo massacro.