Attenzione!…la vita non è un film!…
Roma, 13 luglio – L’assassinio della tabaccaia di Asti, a sentir le cronache, ci sta aprendo degli scenari inquietanti.
Si fa l’ipotesi che la povera donna, dopo aver subito quaranta pugnalate, per cui è anche molto dubbio che fosse ancora in vita, abbia “sussurrato qualcosa” ai suoi soccorritori e che questo “qualcosa” sia l’identità del suo assassino. Sempre stando alle cronache, adesso, dopo il criminoso avvenimento, gli investigatori stanno esaminando il caso, sulla base di questa ipotesi.
Bene; non ci è dato da sapere quanti anni abbiano i cronisti di un quotidiano e dell’altro, che hanno diffuso di queste informazioni, ma, probabilmente, sono tanto giovani da non conoscere il grande film di Alfred Hitchcock, “L’uomo che sapeva troppo” che, con trascurabili varianti sul tema, è proprio la storia resa “in chiave di cronaca” da costoro per cui…attenzione!!!…perché in questo modo si rischia di fare deragliare la realtà nella fantasia e falsare la storia più di quanto facciano i processi giudiziari, perché, nei dibattimenti di questi, non viene mai fuori la “verità”, ma sempre e solo la “verità processuale” che è tutt’altra cosa.
Al fenomeno cui facciamo riferimento possiamo attribuire la definizione di “profetico” e non si riferisce a casi individuali ma a “cicli storici”.
Per fare un esempio pratico, consideriamo un film come “I tre giorni del Condor” che profetizza, con quaranta anni di anticipo, lo scoppio della guerra nello scacchiere medio-orientale e, nell’esecuzione, l’attacco terroristico alla redazione del “Charlie Hebdo”, che sembra proprio preso dalla sceneggiatura di quel film.
Pensiamo quindi bene, prima di scrivere certe cose, perché la vita non è proprio un film e un film ci è utile, a volte, per “leggere” meglio la realtà, ma questa non si identifica con esso.