La sua professione ed il suo lungo impegno politico, la sua vita vissuta nel capoluogo siciliano, gli hanno consentito una profonda conoscenza della realtà di Palermo, città dove è ambientato il suo romanzo giallo “Il silenzio imperfetto”, pubblicato nel 2010 dalla Nuovi Equilibri Stampa Alternativa, Collana Eretica, che ha visto l’introduzione scritta da Antonio Ingroia, già Pubblico Ministero a Palermo, e di cui ne riportiamo una parte:
“Molti libri hanno affrontato il rapporto mafia-politica, in genere all’interno di saggi che partivano dall’esame di fatti oscurati o tralasciati dalla cronaca. In questo libro, invece, che è un romanzo, la mafia si muove sullo sfondo, per poi rivelarsi nella sua crudezza ed efferatezza. Fenomeno che muta, cambia, si adatta. Le strategie mafiose attraverso gli anni sono cambiate: dallo stragismo alla tregua, dalla guerra allo Stato alla trattativa con lo Stato, dalla contrapposizione alla convivenza. Uno spirito di convivenza che ha finito per permeare sempre più la società siciliana e nazionale, al punto da far dire a un ministro che con la mafia bisogna convivere. Il risultato è stato, ed è, che abbiamo oggi una mafia apparentemente più “civile”, meno sanguinaria, che torna nei salotti buoni della società e perfino nel circuito delle istituzioni. Nel libro di Aldo Penna emerge l’intreccio tra poteri legali e poteri criminali che ha caratterizzato la cronaca di questi anni…“.
Ne parliamo con l’autore
Benvenuto in questo spazio a te dedicato. Sei un giornalista, come sei giunto alla decisione di scrivere romanzi.
R- Scrivere è una passione che ti porti dentro. É il bisogno di esternare, comunicare, condividere quello che ti urge e senza requie reclama di uscire fuori. Il romanzo è uno strumento diverso dagli articoli e dalle inchieste. Travalica il tempo, il contingente. Può contenere chiavi per decodificare il presente e immaginare il futuro. E poi il piano narrativo esteso ti consente di creare un mondo parallelo dove trovare quello che ci necessita nel mondo fisico ed emotivo che viviamo.
Nel “Il silenzio imperfetto” , con l’introduzione di Antonio Ingroia si affronta il rapporto mafia-politica. Attraverso le tue parole parlaci di questo tuo romanzo.
R– Mafia e politica è un rapporto che affonda le sue origini oltre il secolo scorso. Ma la mafia ha scoperto il suo potere sulla politica solo a dopo l’introduzione del suffragio elettorale universale. Ai tempi del delitto Notarbartolo, al quale si fa datare l’ingresso della mafia in politica, le cosche sono un aggregato criminale che controlla le attività illegali di un territorio, ma lontanissime dalla devastante influenza del secondo dopoguerra. Sono strumento della politica. Bande assoldate dai nobili per punire e intimidire. Con il controllo del voto, fino agli inizi del 900 solo su basi censitarie, scoprono l’immenso potere che hanno e irrompono in politica. Nel romanzo parlo della degenerazione che l’impegno antimafia ha subito. Ci sono molti finti campioni che ingannano e si servono di un posticcio impegno antimafia per il loro tornaconto. Se il libro aiuta a riconoscerli ha raggiunto un buon risultato.
Come nasce il personaggio di Flores. Una domanda che amo porre a chi scrive …quanto c’è di Aldo Penna nei suoi scritti?
R– Flores nasce dalla proiezione di come vorrei l’informazione: libera, indipendente, combattiva. Siamo il paese con la più alta concentrazione di giornalisti in politica e con il rapporto più stretto tra media e potere economico. Flores racchiude le mie speranze e molto del mio modo di vedere il mondo. Ma adesso ha una vita propria, si è allontanato dal suo creatore, vive una sua autonoma vita. Vedrai che ti combina nel prossimo romanzo di imminente uscita.
Il tuo romanzo viene letto anche all’estero. Che tipo di reazione ha suscitato nei lettori d’oltre alpe questo racconto ambientato nelle realtà siciliana?
R– Una grande curiosità. Amano l’Italia, la Sicilia in particolare, e sono interessati a capire le ragioni del permanere di fenomeni a loro sconosciuti e misteriosi.
Scrivi anche poesie, hai tralasciato questo tipo di ispirazione?
R– Si, non scrivo spesso poesie. Le riservo ai momenti di grande emozione, quando ho bisogno di concentrare in un pensiero breve un dolore o un grande sconforto. Le poesie sono un condensato dell’anima. Qualcosa di prezioso che ci scuote. Ma non ho perso l’abitudine di leggere poesie. A quelle riservo un’attenzione particolare.
Tre generi diversi di esprimersi. Quale ti piace di più e in quale ti identifichi.
R– Ognuno ha un tempo e insieme vantaggi e svantaggi. E’ più facile scrivere un articolo. I romanzi si scrivono anche in pochi mesi, ma esigono un lavoro di rivisitazione che a volte si protrae per anni. Le poesie in piccolo sono come i romanzi. Un gran lavoro di perfezionamento dopo il getto creativo.
Grazie Aldo. Complimenti per il successo di “Il silenzio imperfetto” ed attendiamo il tuo prossimo lavoro.