Roma, 4 agosto 2021 – Con Antonio Pennacchi la cultura è diventata popolare.
Perché lui aveva il pregio di scrivere semplice, quasi da autodidatta, come amava ripetere.
E chi scrive in modo semplice arriva a tutti, perché tutti lo capiscono.
E ora che se ne è andato, a 71 anni, nella sua amata Latina, la nostra cultura popolare ha un cantore in meno.
Chi ha avuto la fortuna di leggere i suoi libri sa di cosa parliamo.
“Palude” e il celebre “Canale Mussolini”, che gli valse il Premio Strega, sono due meravigliosi spaccati dell’Agro Pontino.
Con la bonifica, la ‘deportazione dei veneti’ (lui era figlio di una di queste famiglie e sapeva di cosa parlava) e quelle atmosfere agricole che ci hanno spinto sempre ad amare quelle terre. Attraversate dall’Appia e riempite dal cuore caldo, passionale e sincero di gente come lui.
Antonio Pennacchi.
Il cantore dell’Agro Pontino.