In seguito a recenti e più approfondite indagini d’archivio è stato inoltre possibile individuarne con precisione il luogo di rinvenimento.
La ricca quantità di reperti, in parte smembrata a causa del mercato antiquario e conservato in vari musei europei, fu interpretato dal professor Vermiglioli, al tempo direttore del Museo di Perugia, come la sepoltura di un principe etrusco, esaltando la presenza di un sontuoso carro trionfale.
Le approfondite ricognizioni, funzionali alla nuova esposizione, non consentono in realtà di stabilire se si trattasse di un’unica sepoltura, o di una tomba di famiglia, o di più tombe, o di un nascondiglio di materiali preziosi, databili tra il 560 e il 500 a.C. Di certo i bronzi costituiscono una testimonianza dell’attività artistica di cui potevano disporre i principes della zona.
L’allestimento, che si avvale di nuove vetrine appositamente concepite e autoilluminanti con tecnologia a led, consente ora una lettura ottimale del dettaglio dei singoli oggetti, offrendo ai visitatori la possibilità di apprezzare la pregevole qualità dei manufatti, punto d’eccellenza della bronzistica arcaica etrusca, in particolare di quella realizzata nell’area dell’Etruria interna.
Ai fini di una reale stima della consistenza del materiale sono state anche associate foto in grandezza naturale degli esemplari posseduti dagli altri musei.
Con i bronzi di San Mariano, offerti integralmente alla collettività, il Museo e la città si arricchiscono di un’altra preziosa testimonianza, resa fruibile anche grazie al contributo della Fondazione Cassa Risparmio di Perugia.