Fabbrica Europa 2013 : 20 anni di festival a Firenze, dal 16 aprile al 19 giugno

Fabbrica Europa compie vent’anni.

Un traguardo importante e insieme un’opportunità per rivisitare il percorso fin qui realizzato con lo sguardo rivolto al futuro per un consolidamento e un’apertura sempre più incisivi.È così che l’edizione 2013 scompagina i margini, disegnando una nuova formula: un festival dilatato nello spazio e nel tempo che vuole andare sempre più incontro agli spettatori, in un periodo storico in cui le dinamiche di fruizione della cultura si sono sensibilmente trasformate.

 

Fabbrica Europa 2013 segna così un nuovo inizio proponendo una programmazione più ramificata che, da metà aprile a metà giugno, coinvolge in una rete attiva diversi teatri e spazi performativi della città e della regione.  Due mesi dunque per tracciare un’inedita mappa del contemporaneo che punta sulla trasversalità delle proposte trovando coordinate spazio-temporali rinnovate.

Non più la formula dei molti eventi concentrati in un arco di tempo circoscritto con al centro la Stazione Leopolda, bensì una programmazione espansa con un differente respiro tra un evento e l’altro, tra un luogo scenico e l’altro.  È il concetto di mobilità dell’arte o di progettualità diffusa già avviato negli ultimi anni, che ora si concretizza in forma più definita e capillare. Il Teatro Era di Pontedera, il Teatro Cantiere Florida, CanGo Cantieri Goldonetta, la Stazione Leopolda, il Teatro della Pergola, l’Istituto Francese, Rondò di Bacco, il Museo Pecci di Prato e alcuni preziosi spazi del Polo Museale fiorentino, accolgono importanti protagonisti – nazionali e internazionali – della danza e del teatro, insieme a giovani emergenti, autori di progetti innovativi e di qualità.  Una Stazione Leopolda essenziale – quest’anno cornice di una programmazione più rarefatta – accoglie il progetto di Sergio Risaliti con la creazione di No more excuses, opera originale e site specific dell’artista fiorentino Maurizio Nannucci. L’architettura sonora che contrappunta l’opera è dello stesso Nannucci con Simone Conforti (3-11/05). Grazie al rinnovato apporto progettuale della Fondazione Pontedera Teatro per la sezione teatro, il programma propone maestri e icone della scena internazionale che si confrontano con grandi classici: da Peter Brook con Un flûte enchantée (Teatro Era di Pontedera, 16,17/04) a Luca Ronconi con In cerca d’autore. Studio sui “Sei personaggi” (Stazione Leopolda, 3-5/05). Un Mozart restituito in forma ludica, intima e leggera, per una rappresentazione distillata e ridotta all’essenzialità della forma e del contenuto. Un Pirandello interpretato da neo diplomati dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, con i quali il celebre regista ha compiuto un prezioso lavoro di ricerca per giungere a una messa in scena di grande freschezza e potenza espressiva. Il lettone Alvis Hermanis, direttore del Nuovo Teatro di Riga – tra i registi più acclamati della scena internazionale, già consacrato da prestigiosi premi – presenta Sonja, uno spettacolo-gioiello che ha riscosso grande successo in tutto il mondo: un ritratto delicato e intimo dell’animo della protagonista (interpretata da un uomo) restituito attraverso un minuzioso realismo capace di sorprendere (Teatro Cantiere Florida, 10-12/05).  Dopo una memorabile Medea a Fabbrica Europa 2002, torna Anatolij Vasiliev – tra i massimi esponenti del teatro contemporaneo – con un progetto di residenza (incentrato su Pirandello) al Teatro Era di Pontedera (13/05-02/06). Olivier de Sagazan, francese nato in Congo, esprime la sua arte attraverso pittura, scultura, fotografia e performance. Dopo un workshop a Pontedera dal 10 al 13 maggio, presenta Transfiguration al Teatro Cantiere Florida (14,15/05): l’artista interpreta e assume tutte le forme, gioca con il fango, con la polvere e con due soli colori evocativi, quel rosso e quel nero con i quali traccia bocche, occhi e croci.  Per la prima volta fuori dal Giappone, Takahiro Fujita, uno dei più giovani registi e drammaturghi (classe 1985) della “zero generation” giapponese, ovvero quel filone nato dalla ricerca del maestro Oriza Hirata che, con il suo metodo, ha voluto restituire al teatro nipponico forme reali di lessico giapponese che potessero superare gli stereotipi linguistici importati dall’Occidente. Con la sua compagnia Mum&Gypsy, Fujita presenta una nuova creazione: una pièce che scorre per quadri veloci mutuando la tecnica cinematografica anche grazie al contrappunto di movimenti coreografici di forte valore narrativo (Stazione Leopolda, 9-11/05).  Sempre dal Sol Levante, con il solo Die Scheinwerferin, la visual artist e performer Naoko Tanaka, munita di una semplice torcia in un’alternanza di luci e ombre, compie un viaggio immaginario dentro se stessa e il suo mondo illusorio (Stazione Leopolda, 4, 5/05).   Benoît Lachambre presenta Snakeskins. A fake solo, un progetto performativo multimediale e multisensoriale di grande impatto visivo con il quale il coreografo-danzatore canadese mette in scena un “falso” solo: con lui sul palco il danzatore Daniele Albanese e il musicista Hahn Rowe. La pelle diventa la sede di resistenza delle simmetrie, degli equilibri e delle linee di forza del corpo. Come un serpente, Lachambre si trasforma e ci confonde, compiendo una profonda ricerca intorno al concetto di cinestesia, di improvvisazione e di coscienza corporale (Stazione Leopolda 10, 11/05).  Il tedesco Egbert Mittelstaedt propone Timeslices, una performance che mixa immagine, movimento e suono in una composizione audiovisiva “real-time” (Stazione Leopolda, 8-10/05).  Virgilio Sieni riallestisce Sonate Bach_Di fronte al dolore degli altri, 11 coreografie ispirate da altrettanti momenti tragici ed emblematici della recente storia (Sarajevo, Kigali, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul) su musica dal vivo. Una danza che afferma lo sforzo di evocare dalle macerie una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto (Teatro della Pergola, 12/05).  CanGo Cantieri Goldonetta accoglie alcuni significativi progetti che attraversano diverse forme espressive mutuate da differenti percorsi umani e artistici: dal mozambicano Panaibra Gabriel Canda con Time and Spaces: The Marrabenta Solos che esplora la crisi d’identità del corpo africano, attraverso le vicende socio-politiche di un paese passato attraverso colonialismo, nazionalismo, comunismo e militarismo per arrivare all’indipendenza e alla libertà individuale (21, 22/05), alla marocchina Bouchra Ouizguen con Ha (coproduzione di Fabbrica Europa), un lavoro sulla follia, sulla sua accettazione e cura che nel mondo arabo può avvenire attraverso il canto, la danza e il misticismo (24, 25/05). Dalla gallese Sioned Huws che, dopo una residenza, presenta un’ulteriore tappa di Aomori Project, progetto che coinvolge danzatori e musicisti giapponesi in una riflessione profonda e poetica su come un paesaggio, un ambiente, i suoi abitanti, possono influenzare la creazione dell’artista (12, 13/06), ai toscani Company Blu con ChAnGE, un quintetto con una struttura coreografica aperta, sviluppata sulla selezione oracolare de I Ching praticata da Cage (18, 19/06).  Al Teatro Cantiere Florida una vetrina per la danza contemporanea nazionale. Nell’ambito del progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography. Anni ’80-’90, ideato da Marinella Guatterini: La Boule de neige di Fabrizio Monteverde, creato nel 1985 per la Compagnia Baltica è qui riallestito con il Balletto di Toscana Junior (30/04; 2/05); Calore (1982) di Enzo Cosimi, ora interpretato da Fattoria Vittadini, con un’energia vigorosa e ritmi serratissimi racconta un viaggio visionario in una sorta di regressione all’infanzia (4/05). Fabrizio Favale presenta la versione definitiva del percorso compiuto intorno a Isolario. Poema d’un frastaglio spiumato, minuto e senza fine: un lavoro composto da 14 brevi brani coreografici, diversi fra loro come un catalogo di isole dello stesso arcipelago (7/05); Giardino Chiuso con Il Gigante, coreografie di Patrizia De Bari, regia e drammaturgia di Tuccio Guicciardini (8/05); Alessandro Sciarroni con Folk-s, una riflessione sui fenomeni popolari della danza folk sopravvissuti alla contemporaneità e depauperati della connotazione “esotica” per divenire puro materiale dinamico di un modulo ritmico-coreografico eseguito a ripetizione, in una sorta di percussivo ‘refrain’ che guida il performer  (17/05). E ancora danza con La Sagra della Primavera *Paura e delirio a Las Vegas, nuova creazione di Cristina Rizzo (Stazione Leopolda, 7/05) e Mélodrama di Eszter Salamon, una “documentary performance” sulla storia di una donna di 62 anni che vive in un piccolo paese del sud dell’Ungheria (Istituto Francese, 5, 6/05).  Il progetto Moving Arts intende sostenere e promuovere artisti emergenti attivi in ambito nazionale, organizzando una giornata di confronto e discussione sulle dinamiche di produzione e diffusione (Rondò di Bacco, 17, 18/05).

Fabbrica Europa dedica uno spazio alla presentazione del lavoro della coreografa e performer Simone Forti, nata a Firenze ma trasferitasi giovanissima negli USA dove è diventata un’esponente di primo piano della scena artistica. Un percorso di performance, workshop e incontri, in coproduzione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e Company Blu (Museo Pecci, 12-14/06).

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