Lultimo libro di Marco Di Branco, realizzato con il contributo del Cnr, getta nuova luce sullinfluenza che la cultura classica esercitò nei confronti dellIslam dei primi secoli. Uno studio utile anche per comprendere le attuali relazioni tra musulmani e Occidente.
Non solo scienza e filosofia. LIslam delle origini ha attinto e tratto ispirazione anche dallarte, dalla letteratura e dalla storiografia greca e latina, usando spesso fonti cristiane.
È quanto conferma il saggio Storie arabe di Greci e di Romani – La Grecia e Roma nella storiografia arabo-islamica medievale, scritto da Marco Di Branco e stampato con il contributo del Dipartimento patrimonio culturale (Dpc) del Consiglio nazionale delle ricerche.
Il libro, pubblicato da Plus Pisa University Press, è stato presentato presso la Società geografica Italiana a Roma. È la prima volta che un saggio esplora la cultura greca e romana dal punto di vista della storiografia arabo-islamica medievale fra lVIII e il XIV secolo, afferma Roberto Reali, del Dpc-Cnr. Per il mondo arabo la traduzione dei classici non è una mera curiosità culturale, ma un vero e proprio strumento di conquista intellettuale, che corre parallelo a quello militare. Il califfato abbaside, per proclamare la superiorità della cultura islamica rispetto a quella romana, addebita alla nuova religione cristiana loblio della grecità classica, di cui il nuovo impero musulmano si appropria a fini politici di conquista.
Lo studio mostra come traduttori e studiosi assimilarono le storie, riproponendole attraverso il filtro della cultura araba.
Indicativa di questa operazione è la descrizione della Roma imperiale: Essa possiede tre lati sul mare: lorientale, il meridionale e loccidentale (
) Vi sono inoltre quarantamila bagni. Nella città si trova una chiesa paragonata al Sion di Gerusalemme, la cui lunghezza è di un miglio. Questa descrizione – prosegue Reali – richiama evidentemente non Roma, ma il corno doro e la chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. Quella che può sembrare però una identificazione errata è il sintomo di una utile confusione tra la Roma latina e quella dOriente.
Dalla leggenda di Alessandro Magno, assimilato al continuatore della dominazione egiziana attraverso lespansione dellellenismo nelle terre appena conquistate dallIslam, alla conversione di Costantino, il libro ricostruisce luniverso greco-latino attraverso gli occhi del mondo arabo, offrendo un punto di osservazione privilegiato anche per leggere e interpretare le dinamiche contemporanee del rapporto fra musulmani, occidente e cristianesimo.
Singolare anche notare come, parallelamente, nel momento in cui linteresse dei musulmani nei confronti della cultura greco-latina si svincola da finalità politiche, il mondo islamico inizia la codificazione della legge religiosa, la sharia, conclude Reali.
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