I geologi italiani nella Grande Guerra

Il 29 Gennaio alla Sapienza- Università di Roma la conferenza “In guerra con le aquile”.

Roma, Lunedì 26 Gennaio  – Proseguono le iniziative commemorative e di recupero della memoria storica degli eventi del primo conflitto mondiale con un evento particolare: venerdì 29 gennaio 2016, presso la Sapienza- Università di Roma (Dipartimento Scienze della Terra- Aula 1- Piazzale Aldo Moro, 5) si terrà una Conferenza scientifica dal titolo “IN GUERRA CON LE AQUILE”, dedicata al ruolo dei geologi e dei cartografi sui fronti alpini della Grande Guerra.

La conferenza è organizzata dalla Sezione di Storia delle Geoscienze della Società Geologica Italiana, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra- Sapienza- Università di Roma, Città Metropolitana di Roma Capitale, ISPRA- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Ordine dei Geologi del Lazio.

Il tema è già stato affrontato in un convegno dal titolo omonimo, tenutosi a Trento nel Settembre 2015 presso il MUSE- Museo delle Scienze, di cui Attualita.it vi ha già raccontato (http://www.attualita.it/cultura/item/7023-aquile.html). Al convegno ha fatto seguito un’escursione sui luoghi del fronte dolomitico. Gli Atti sono stati raccolti in forma di short notes nel Volume 36 dei Rendiconti Online della Società Geologica Italiana (http://rendiconti.socgeol.it/244/issue.html?idv=54#).

L’ambiente alpino, e quello dolomitico in particolare, rappresentarono per le truppe degli eserciti contrapposti durante la Prima Guerra Mondiale, le condizioni più estreme nelle quali si trovarono a combattere. Le difficoltà incontrate non furono dovute solo alla conformazione topografica dell’area dolomitica, ma anche ai caratteri geologici e geomorfologici del territorio.

I vertici politici e militari dell’impero austro-ungarico colsero da subito l’importanza strategica di valorizzare le competenze specialistiche degli scienziati della Terra, creando addirittura tre specifici corsi per geologi di guerra (“krieg geologen”) presso l’Istituto delle Foreste della Facoltà di Agraria dell’Università di Vienna. Questi reparti specializzati sarebbero stati poi impiegati sul “fronte meridionale” dell’impero asburgico.

Sull’altro fronte, l’ottusità e la presunzione dei comandi militari italiani non ebbero alcuna attenzione per questi aspetti innovativi e moderni di strategia, disdegnando il supporto di scienza e tecnologia. Il Regio Esercito guidato dal Generale Luigi Cadorna rimase fossilizzato su tattiche del secolo precedente, ed i geologi italiani furono mandati al fronte, al pari degli altri soldati, come carne da cannone. Nonostante ciò, altri fattori determinarono- come è noto- le sorti del conflitto e la sconfitta delle Potenze centrali.

La prossima conferenza di Roma, rivolta ad un pubblico ampio di studiosi, ricercatori, professionisti e studenti, ma anche ai non addetti ai lavori interessati a conoscere un aspetto particolare della storia nazionale, vuole perciò proporre una sintesi della positiva esperienza di Trento, attraverso una serie di interventi che raccontano e ricordano- storicamente e geologicamente- i luoghi, gli eventi e i personaggi coinvolti nel conflitto.

Si vogliono evidenziare, inoltre, gli effetti che le azioni militari hanno avuto sull’ambiente alpino, ma anche i nuovi rapporti culturali che si sono creati tra uomo e gestione/tutela del territorio nel secolo trascorso dal primo conflitto mondiale.

Il programma del convegno è disponibile all’indirizzo http://www.geoitaliani.it/p/news.html

L’ingresso alla conferenza è libero, ma è richiesta la registrazione sul sito http://geologilazio.it/formazione/003741/In-guerra-con-le-aquile-Geologi-e-cartografi-sui-fronti-alpini-del-primo-conflitto-mondiale .

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