Roma, 3 ottobre 2024.
Il compleanno che si celebra oggi è una ricorrenza speciale, almeno per la generazione che ha cavalcato la propria adolescenza negli anni cinquanta, sessanta e gran parte dei settanta.
In quegli anni, oltre allo sport e al cinema, anche il “fumetto” si sviluppa e si consolida e il 3 ottobre 1954, settant’anni oggi, nasce il grande Blek.
L’idea è del gruppo EsseGesse, acronimo dei tre sceneggiatori Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris, e segue di tre anni il già collaudato Capitan Miki.
I tre fumettisti viaggiano in piena armonia e prendono spunto dalla scuola americana, dai vari Lee Falk, Phil Davis, Wilson McCoy, Alex Raymond, inventori di leggendari fumetti già dagli anni trenta come “Phantom”, “Mandrake, “Rip Kirby”, “Flash Gordon”.
Sia Capitan Miki che Il grande Blek hanno punti di contatto come la figura del protagonista principale coadiuvato da due sodali.
L’ambientazione è in America nel periodo a ridosso della rivoluzione contro il predominio inglese ed il nostro eroe, conosciuto come Blek Macigno, è uno dei massimi alfieri della lotta per l’indipendenza.
Blek è un trapper, atletico, abile nella lotta e nell’uso delle armi che ha come compagni d’avventure Roddy Lassiter, un adolescente rimasto orfano proprio a causa di un agguato inglese, e lo scienziato professor Cornelius Occultis.
Blek, al pari di Miki, viene pubblicato con successo fino al 1965 con tirature oltre le 400.000 copie settimanali poi incomprensioni tra gli autori e la casa editrice portano all’improvvisa interruzione della collaborazione.
Espressioni come “Corna d’alce”, “Poffarbacco”, “Per mille fulmini”, entrano nel quotidiano del nostro fumetto come anche l’esclamazione “Goddam” che letteralmente è una bestemmia.
L’affermazione usata dalle truppe inglesi, le Giubbe rosse, nei momenti di pericolo, rimane incredibilmente senza censure in un periodo di puritanesimo spinto come gli anni cinquanta.
La scuola italiana del fumetto, oltre agli eroi della EsseGesse, comprendendo produzioni come Tex per non parlare del fenomeno Diabolik negli anni sessanta, fa proseliti all’estero.
Tra prime pubblicazioni e successive ristampe Il grande Blek sfonda in Francia, Jugoslavia, Grecia e Spagna.
In Francia e in Jugoslavia generano ulteriori storie per i loro mercati, visto il grande successo dei primi anni e dopo la conclusione della collaborazione dei tre sceneggiatori.
Il regista Giuseppe Piccioni dirige nel 1987 una pellicola, Il grande Blek, proprio in riferimento alle passioni fumettistiche del protagonista.
Il fumetto di quegli anni, un po’ come il genere western, è pedagogico dove il bene alla fine vince sempre sul male, i cow-boy prevalgono sugli indiani, il senso di giustizia sugli scudi.
In totale assenza dei social siamo cresciuti così…
FOTO: Il grande Blek – una storia inedita.