Alle Scuderie del Quirinale dal 11 ottobre al 18 gennaio 2015
Roma, 14 settembre – Al centro la grandiosa figura di San Michele intento a pesare le anime alla presenza della corte celeste. A sinistra i beati accolti da San Pietro si apprestano a varcare le porte del Paradiso. A destra, i dannati che precipitano nel fuoco dell’inferno.
Questo è ciò che viene rappresentato nel trittico del Giudizio Universale di Hans Memling, conservato al Museo di Danzica, destinato dal pittore fiammingo all’Italia, più precisamente alla cappella dedicata a San Michele nella Badia Fiesolana a Firenze, ma che in Italia non arrivò mai.
Commissionata dal banchiere fiorentino Angelo Tani e da sua moglie Caterina di Francesco Tanagli – entrambi raffigurati inginocchiati del retro degli sportelli del trittico – venne caricata sulla galea San Tommaso assalita dai pirati che trasportarono il carico nella città di Danzica, che si era dimostrata il migliore offerente per il prezioso bottino. Il trittico del Giudizio Universale venne ammirato a tal punto dagli abitanti della città che questi decisero di collocarlo nel Duomo della città. Inutile fu la causa intentata per riaverlo. Il Tani era particolarmente legato a quell’opera in quanto per lui rappresentava un riscatto morale e al contempo un chiaro messaggio per un suo ex amico, il quale gli aveva slealmente sottratto un incarico prestigioso in una banca di Bruges. Angelo Tani, scegliendo Memling per realizzare l’opera, si era rivolto al più famoso e caro artista del luogo, perché dipingesse il giudizio universale, come a dire che se la giustizia umana nulla aveva potuto nel suo caso, sarebbe stata la mano divina a punire un giorno i torti da lui subiti.
Una monografica mai prima realizzata nel nostro Paese, che s’inserisce nel solco delle grandi monografie apprezzate dagli specialisti e dal grande pubblico della sede espositiva romana, e che finalmente darà ragione delle qualità eccelse di questo artista,prendendo in esame ogni aspetto della sua opera e della sua carriera, dalle pale d’altare ai trittici portatili, ai dipinti devozionali, oltre ai famosi ritratti, genere in cui Memling seppe perfezionare lo schema campito su uno sfondo di paesaggio, che ebbe vasta diffusione e forte influsso anche sulle opere di numerosi artisti italiani del primo Cinquecento.
La mostra mette inoltre in luce l’aspetto del mecenatismo nella carriera dell’artista, sottolineando in particolare l’importanza dei suoi clienti italiani, uomini d’affari, dignitari di corte e agenti provenienti da Firenze, Venezia o Genova che vivevano a Bruges – dove Memling di origine tedesca si era trasferito allievo prima e collaboratore poi di Rogier Van der Weyden, aprendovi una fiorente bottega – o vi risiedevano allo scopo di supervisionare le commissioni per conto di clienti in Italia. Più di tutti i suoi contemporanei,Memling divenne il pittore preferito della diaspora italiana a Bruges, traendo grande vantaggio dalla reputazione della precedente generazione di Primitivi fiamminghi, in particolare Jan Van Eyck e Rogier Van der Weyden. Fin dall’inizio della sua attività indipendente come pittore di tavole, Memling riuscì a creare una sintesi dei notevoli risultati di entrambi quei maestri, già tenuti nella più alta considerazione dalla nobiltà italiana e dalle élite urbane che ne fecero il loro pittore di riferimento.
In mostra saranno presenti opere come il dittico col Cristo benedicente (Genova, Palazzo Bianco) e la Mater Dolorosa (collezione privata) – qui ricomposto per la prima volta – che contiene immagini devozionali copiate con più fervore nel tardo XV e nel XVI secolo, come attesta la versione dipinta dal Ghirlandaio, anche essa presente nel percorso espositivo; il già citato Trittico del Giudizio Universale, probabilmente l’opera artisticamente più ambiziosa dell’artista, che sarà possibile ammirare sia nella parte anteriore sia in quella posteriore accanto ad opere con immagini del Giudizio Universale del Rinascimento italiano, tra cui, un’interessante tavola proveniente da Napoli – restaurata in occasione dell’esposizione – con alcune figure mutuate dalla maniera nordica, il cui autore deve aver avuto accesso ai modelli di Memling.
Nel percorso espositivo si potranno ammirare anche una magnifica serie di ritratti tra cui Ritratto di giovane dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Ritratto di uomo dalla Royal Collection di Londra – un prestito eccezionale della Regina Elisabetta II -, Ritratto femminile di collezione privata americana, il Ritratto di uomo della Frick Collection di New York nonché il magnifico Ritratto di uomo con moneta romana proveniente dal Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.