L’ ho conosciuto proprio a Taranto, alla fine degli anni ’90, dov’era comandante del Nucleo Operativo Provinciale, impegnato nelle indagini sulla mafia salentina; quindi, un Ufficiale di primissimo piano, ora in servizio nelle bella provincia parmense dove svolge le funzioni di Comandante di Compagnia. “LA NOBILDONNA”, questo appunto il titolo del romanzo, è incentrato su sei Carabinieri di una Stazione di un immaginario paese della provincia di Catania, in cui si stagliano le figure del Maresciallo, autorevole, giammai autoritario, davvero un grande professionista della sicurezza, e del più giovane militare, giunto dalla provincia di Parma; sullo sfondo, la Sicilia degli anni ’70, caratterizzata dalla onnipresenza di “poteri forti”, verosimilmente legati alla mafia, che condizionano tutto e tutti. In questo contesto difficile, l’indagine sull’omicidio di un’anziana donna, la nobildonna appunto, che sarà risolta brillantemente grazie alla perfetta conoscenza dei luoghi e delle persone da parte dei componenti di quel piccolo reparto, con il felice determinante contributo di tutti. Un noir, quindi, però anche un romanzo storico-sociale, con l’esaltazione degli aspetti umani di fortissimo impatto emotivo, in cui riconosciamo al giovane protagonista, il Carabiniere ausiliario, del quale si ammira, nonostante l’età, e questo è un forte messaggio nella nostra società lassista, sfiduciata e nichilista, la sua dedizione incondizionata allo Stato e alla Legge. Una sintesi felice, in cui Marletta ha bene coniugato la sua passione per la scrittura, la sua umanità e il suo spirito di servizio a favore della gente. Concludendo, una personale riflessione. Marletta non mi ha meravigliato più di tanto quando mi ha messo a conoscenza dei suoi intenti letterari con l’invio del suo romanzo in quanto, avendolo ben conosciuto ed apprezzato quale ottimo investigatore e persona colta, attenta a quanto accadeva nel territorio di competenza nei suoi risvolti sociali, umani ed anche economici, privilegiando ovviamente per il suo lavoro l’ambito del crimine, poneva sempre al centro del suo pensiero la persona, da arrestare quando necessario, ma anche da sostenere, aiutare, compatire e addirittura redimere. Una spiritualità così sensibile che intende il proprio lavoro una vera missione vissuta praticata ed anche sofferta, non poteva non confluire nel mondo della cultura più alta, qual è quello della descrizione dei sentimenti e del vero, la poesia o il romanzo, ambito quest’ultimo di suo interesse. Leggendo “LA NOBILDONNA”, diciamo con convinzione che: “Un buon libro lascia al lettore l’impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. Quando la letteratura è al suo apice ci sembra che d’improvviso ricordiamo qualcosa d’importante che sapevamo ma abbiamo scordato”. Questo il pensiero di Olof Lagercrantz, esponente di spicco della letteratura svedese post bellica, da condividere. Militarmente parlando, diciamo che Giuseppe Marletta ha fatto centro, mentre aspettiamo un suo nuovo lavoro, che non potrà tardare; un augurio ed un auspicio!
Degno di nota, infine, lo scopo benefico della vendita dei libri, che sarà devoluta all'”Associazione Insieme per Vivere”; un gesto nobile che conferma la sensibilità dell’autore e il suo legame con le realtà sociali del territorio.