Un romanzo niente male, quello della Professoressa , Livia Capasso, “Fotoricordo per una smemorata”. Un libro che non vuole avere grandi pretese, ma parte con quella leggerezza che cattura , da subito, l’interesse e la curiosità del lettore. Una scrittura fluida con dialoghi semplici, in un contesto familiare dove chiunque si identifica con i vari personaggi del racconto. Questo è il merito del libro, che si gusta e si apprezza per quella sana e simpatica filosofia di vita, il gusto di farci riscoprire usanze e tradizioni tipiche delle famiglie di una volta, che purtroppo nel tempo si sono perse.
Ricordi di una bambina felice, la sua infanzia, in una famiglia allargata con nonni, genitori, zii, (che finiscono per sostituirsi ai veri genitori), gli amici d’infanzia ed i vicini di casa che, nei meandri della nostra memoria di fanciulli, condividevano proprio tutto. I ricordi legati all’adolescenza in una cittadina di Provincia, con i pettegolezzi ed i falsi moralismi, dove la condizione femminile era penalizzata. Uno spaccato della seconda metà del Novecento, i favolosi anni ’50, descritti con dovizia di particolari, una cronistoria.
Numerosi gli ingredienti che farciscono la trama di questo romanzo, legati alle antiche abitudini: dai pranzi domenicali, alle feste di paese, dalle vacanze estive alle festicciole in casa con il primo mangiadischi. I rintocchi della vita con le nascite ma anche con i lutti. La voglia di una vita diversa, la ricerca dell’indipendenza con un matrimonio, coronato da tre figli. La dedizione all’insegnamento, la storia dell’arte. Infine, in età adulta, il matrimonio dei suoi figli e la nascita dei nipoti a suggellare una vita intensa e felice.
Pagina dopo pagina, momenti del passato che tornano alla mente come se Livia Capassa li avesse vissuti ieri! E come dicevano i vecchi saggi “il ricordo dei tempi lontani è più nitido di quelli vicini”, come le sensazioni, le emozioni di questo sorprendente “libretto”.