Parliamo con Fabrizio Maffei, una delle più importanti pietre miliari del giornalismo italiano

Inviato speciale, conduttore televisivo, direttore di Rai sport, corrispondente.
Oggi però, da intervistatore, passa dall’altra parte, consentendoci di intervistarlo.  
 
Domanda: Parlaci dei tuoi inizi in ambito professionale.
Risposta: Amo tutto lo sport, non solo il calcio. Dopo i primi anni in cui ho lavorato per i giornali, in Rai, tutti i giornalisti dovevamo occuparci obbligatoriamente di sport.
 
Domanda: Qual’ è lo sport che preferisci praticare?
Risposta: Calcio e tennis. Da spettatore amo tutti gli sport. Ho un passato nel nuoto, come atleta. Nuotavo per la Lazio, ci allenavamo nella piscina a Roma mentre i calciatori si allenavano. Guardavamo i calciatori con invidia. Loro si allenavano poco ed erano ricchi mentre noi eravamo atleti di serie ‘D’.
 
Domanda: Come consideri l’ interesse degli Italiani verso lo sport?
Risposta: Noi Italiani pensiamo solo al calcio. Non abbiamo una cultura sportiva a 360°.
 
Domanda: Le tue esperienze professionali belle?
Risposta: Sono stato direttore di Raisport ma poi, dopo tanto, ho chiuso con lo sport.
Lo feci nel 2006,  dopo la conquista della coppa del mondo ai mondiali di calcio. 
 
Domanda: Cosa hai fatto dopo?
Risposta: Sono andato a New York a dirigere Rai corporation. In America seguivo il basket. Noi rappresentavamo lo scambio culturale Italia/America, eravamo una sorta di Ambasciata. È stata una bella esperienza.
 
Domanda: Dopo la parentesi americana? 
Risposta: Sono direttore relazioni esterne ma, il precedente direttore generale, Gubitosi ha chiuso la direzione relazioni esterne due giorni prima di andarsene.  Era un settore importante che faceva molte cose ma così decise il direttore generale. 
 
Domanda: Come ti ritieni? 
Risposta: Sono un uomo di mondo, abituato a prendere ordini  così come a darli.
 
Domanda: Sei permaloso?
Risposta: Più che altro non sopporto i giudizi delle persone che non conoscono la persona di cui parlano o la situazione.  Persone che ti bollano senza sapere chi sei. Le critiche servono ma ne ho ricevute tante da parte di ‘critici’ che non sanno nulla.
 
Domanda: Parlaci del tuo privato.
Risposta: Sono un buongustaio, cucino e mangio quello che cucino. Un buon pasto, un buon bicchiere di vino. Amo i cani, li ho sempre avuti. Filippo,  il mio labrador venuto a mancare due mesi fa, era un essere umano a quattro zampe, aveva sedici anni e la ferita per il dispiacere è ancora aperta. Quando hai amato qualcuno che ti ha conquistato, non è detto che lo stesso succede con un altro. Non condivido chi, come molti fanno, prende un cane perché va di moda o per propria carenza di affetto.
 
Domanda: Come vedi la società odierna? 
Risposta: Oggi la famiglia è disgregata, lo sport è dopato, i riferimenti mancano.
In America c’è l’ orgoglio di appartenenza. Li, ovunque trovi la bandiera. In Italia,  la bandiera sventola solo quando ci sono i mondiali di calcio. Noi abbiamo fatto la storia, siamo pieni di cultura e tradizioni ma non sembriamo orgogliosi del nostro Paese.
 
Domanda: Come giudichi l’ attuale situazione delle persone che lavorano nelle forze dell’ Ordine?
Risposta: Non vedo il rispetto che merita uno che indossa una divisa. 
 
Domanda: Il tuo segno zodiacale:
Risposta: Sono un toro. Testardo ma positivo. Amante della famiglia,  della casa, del buon cibo, concreto. Urlo raramente ma, se proprio debbo,  lo faccio!
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