A Testaccio una mostra da non perdere: “Al di là degli occhi”
Roma, 21 aprile – Mi permetto di consigliare agli amici lettori una bellissima mostra di pittura e di fotografia, Intitolata “Al di là degli occhi”, a Roma, nel cuore di Testaccio, in via Aldo Manuzio 95 A, nello spazio espositivo ‘ArteBottega Obiettivo Roma’, curato molto bene dal bravo gallerista Massimiliano Ferretti (orari dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalla 16 alle 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, fino al prossimo 26 aprile).
Espongono due giovani ma già affermati artisti : la pittrice Alessia Meddi ed il fotografo Ramon Parral, con una bella, interessante, emozionante sequenza di prodotti artistici, diversi tra di loro, ma che in effetti appaiono agli occhi del visitatore perfettamente omogenei e complementari.
Non ci sono dubbi sulle qualità artistiche di Alessia Meddi, una artista giovane, ma molto colta e preparata, abituata a cogliere l’essenza della umanità nella quale viviamo la nostra quotidianità, a tradurla in una immagine emblematica e ad offrirla in maniera ottimale e fortemente coinvolgente al pubblico dei visitatori e degli estimatori. Scrivono infatti di Alessia “un talento artistico dalla vocazione manifesta nel sangue, nell’animo e in un carattere implosivo tendente alla comunicazione con l’ “altro”…; una intimità fatta di colori scuri sui quali si riflette la purezza di un sentimento inconfessabile, enigmatico senso della vita, stimolante punto di riflessione…”, e ancora “assoluta padronanza dei mezzi tecnici e capacità di sintesi contenutistica in immagini che spesso raffigurano particolari di figure e di volti in primissimo piano … un’arte densa di significati che penetra dentro il mondo degli umili e degli ultimi, che ci interrogano con i loro sguardi espressivi…”
E confermo che si tratta delle sensazioni che si provano visitando ed ammirando la mostra di Alessia a Testaccio; in questa nota non posso descrivere ovviamente tutti i prodotti artistici esposti, ma mi voglio soffermare sui tre che maggiormente mi hanno emozionato e commosso.
“Baron le clochard”, un olio in bianco e nero, nel quale si intravede uno spicchio di Piazza di Santa Maria in Trastevere, presso i gradini della fontana al centro della piazza, con un vecchio barbone sdraiato ed addormentato sui gradini stessi, coperto da vecchi panni sdruciti e da un consunto ombrello scuro; nell’angolo in alto a destra si distingue la sagoma di una carrozzina di un neonato, che sta entrando nella “inquadratura”: vita che se ne va, e vita che arriva, ho detto alla bravissima Alessia, commentando un’opera che trasmette mille messaggi, quali la solitudine e la povertà, l’abbandono e la morte ormai prossima, ma nel contempo la vita che continua con il neonato che si presenta con la sua bella carrozzina; il tutto ambientato nella Eterna Roma, con i suoi millenari sampietrini, sui quali si sono svolti eventi di tutti i generi e sui quali sono passati milioni e milioni di persone e di personaggi di tutte le categorie sociali: un vero capolavoro, credetemi!
Così come non esito a definire capolavoro il dipinto nel quale compaiono soltanto gli occhi, pieni di rughe, di una donna molto anziana, con gli occhi arrossati per la fatica, per lo scarso riposo e la perenne esposizione agli elementi atmosferici, occhi che hanno assistito a mille eventi, talvolta lieti, ma più frequentemente dolorosi, occhi di una anima antica che guarda fieramente il mondo circostante con coraggio pari alla evidente rassegnazione.
E infine il dipinto intitolato “In cammino”, nel quale compaiono due piedi privi di scarpe, soltanto due piedi in marcia, quello di sinistra è poggiato in terra, mentre quello di destra è sollevato nell’atto di compiere il passo; e questo piede destro appare in primo piano quasi completamente annerito dalla polvere, dal fango, dal putridume calpestati lungo la marcia, certamente solitaria e dolorosa, rassegnata ma anche desiderosa di giungere a una meta, una meta qualunque, diversa da quella di partenza, una meta che rappresenti speranza di vita o quantomeno di sopravvivenza …!
Beh, cari amici lettori, è stato immediato per me, e per i visitatori della mostra di Alessia Meddi, passare con il pensiero da quei piedi ai milioni di piedi altrettanto neri e altrettanto sofferenti, che quotidianamente si imbarcano sulle carrette del mare per cercare di raggiungere le coste della Sicilia per una speranza di vita. Sentimenti, emozioni, commozione, riflessioni: una mostra che riesce a far vibrare in tal senso, “Al di là degli occhi” è certamente una mostra da non perdere, anzi da vivere intensamente con le fotografie di Ramon Parral e con i quadri di Alessia Meddi!