Una coerenza però dinamica, da gigante del pensiero che si cimenta con il flutto degli eventi. Salvemini fu un grande socialista dal metodo liberale, un metodo che lo portò a elaborare e scrivere pagine ancora attuali sulla laicità. In particolare per la scuola, snodo cruciale nella formazione di un Paese…Ed è proprio la scuola il perimetro decisivo in cui Salvemini argomenta il suo anticlericalismo. Per comprenderlo bisogna fissare un punto di partenza. Gli anni in cui affronta il problema scolastico della laicità fanno parte del primo decennio del novecento. Salvemini è un Professore… che si schiera contro la mozione massonica che vuole escludere i Preti dalle scuole pubbliche. Sembra una contraddizione, ma non lo è….Dunque, sì alla partecipazione dei Sacerdoti ai concorsi per le scuole pubbliche. Tutto dipende da come si organizza la laicità. E qui viene fuori la grandezza del paradosso salveminiano. Perché alla laicità formale di un sistema largo e accessibile si contrappone la laicità sostanziale. Una volta scelto dallo Stato per insegnare, il Prete deve seguire un solo metodo, quello critico e razionale di un’istruzione aperta…” Salvemini intraprende poi la sua battaglia contro una (sono parole sue) “cultura nozionistica ed enciclopedica, destinata a risultare faccia noiosa nonché feroce e dispendiosa di una neutralità che non esiste in natura…Il risultato è che gli alunni sopraffatti, disorientati, soffocati dalla massa incoerente di nozioni che fanno spesso a pugni tra loro…non hanno il tempo di pensare, né di riflettere, né assimilare..” Così, giustamente, conclude il suo articolo Fabrizio D’Esposito con una grande verità: questo è “..quanto manca all’Italia, il metodo liberale di Gaetano Salvemini..”.
Sull’illustre Magistero del grande pensatore e Maestro di Democrazia ci siamo più volte intrattenuti su questo giornale che con orgoglio si ispira ai Suoi Valori. Tra questi articoli anche uno proprio sul tema della scuola dal titolo: “I precari della scuola, parte nobile d’Italia, si ispirano ai valori di Gaetano Salvemini” dell’ 11 Novembre 2012, in cui citammo una lettera di Gaetano Salvemini all’amico Carlo Placci del 15 giugno 1898. “A questo mondo si rassegna solo chi non ha bisogno di fare altrimenti. La rassegnazione è la filosofia di chi non è obbligato a lavorare sempre col dubbio di perdere il lavoro, a lottare sempre col dubbio di rimanere sconfitto nella lotta, a dormire sempre col dubbio di svegliarsi e di trovarsi affamati. La rassegnazione è la filosofia dei soddisfatti. La ricchezza fra gli altri vantaggi che procura, procura anche quello della rassegnazione. Io credo che se Lei da bambino avesse sofferta la fame e l’avesse sofferta in compagnia dei Suoi fratelli e della Sua mamma, se Lei dovesse vivere sempre nell’incertezza del domani, se Lei dovesse vedere davanti a sé sempre la minaccia di vedere i Suoi figli soffrire la fame, come Lei la soffrì quando era bambino, io credo che la filosofia della rassegnazione non sarebbe fatta per Lei….”.
Concludemmo questo contributo di solidarietà affettuosa e partecipata ai Precari della Scuola italiana, prendendo a prestito il titolo di una rivista fondata sempre dal Salvemini, dicendo loro a voce alta: ” NON MOLLARE!”.
Ma oggi, il “NON MOLLARE” va indirizzato a tutti gli Italiani, in quanto il malaffare avanza imperterrito e poi con l’abolizione del Senato in discussione in questi giorni in Parlamento si corre il rischio di sfigurare la Carta Costituzionale, trasformando in negativo la forma di Stato, vale a dire la Democrazia costituzionale…..!
Gli Italiani si scrollino di dosso l’arrendevolezza, il disinteresse per una politica seria e l’accidia che li contraddistingue, e siano invece fortemente pensosi del futuro dei Figli e dei Nipoti…Quindi, bisogna NON MOLLARE!!