Restaurata la Villa di Livia a Prima Porta
L’amata residenza della moglie dell’Imperatore Augusto, luogo di straordinaria rilevanza storica e archeologica.
Roma, 13 settembre – Il restauro dei dipinti murali, dei pavimenti in mosaico e in opus sectile. La completa risistemazione del lauretum, il famoso giardino di allori già noto nelle fonti antiche perché forniva i ramoscelli per le corone trionfali. Il riallestimento dell’Antiquarium con i reperti di scavo e la narrazione della storia del sito.
Questi i lavori curati dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma in occasione del Bimillenario augusteo, che riportano l’attenzione sulla Villa di Livia a Prima Porta, lungo la via Flaminia. L’amata residenza della moglie di Augusto si conferma come luogo di straordinaria rilevanza storica e archeologica, ancora capace di raccontare una storia, con un grande cuore verde che ha saputo arginare la dirompente crescita della città contemporanea.
Accoglie il visitatore l’Antiquarium. Qui si raccontano le vicende della residenza di riposo e otium della famiglia imperiale. La villa, infatti, costituisce un classico esempio delle abitazioni extra-urbane concepite come proprietà terriera destinata sia ad attività produttiva, sia a residenza di riposo e di otium, inteso come allontanamento dalle frenetiche attività cittadine, unito al desiderio di coltivare studi ed interessi, di godere del panorama della campagna e della vegetazione. L’allestimento dell’antiquarium è così concepito come un cabinet pédagogique dove le vetrine sono scatole della memoria che restituiscono, conservandoli, i reperti del sito che, dall’alto terrazzamento si affaccia sulle rive del Tevere. Lo spazio espositivo, dipinto nei colori degli antichi intonaci augustei, è incentrato sul plastico in gesso della villa sul quale vengono proiettate immagini storiche, reperti, motivi decorativi che consentono di identificare le varie fasi di vita della residenza, fino in età severiana. Il giardino, leit motiv della villa non solo per l’esistenza del boschetto di alloro, ma anche del giardino piccolo interno agli appartamenti privati dove la stessa Livia coltivava piante medicinali per decotti e tisane, viene raccontato sempre nell’Antiquarium, propedeutico alla visita del verde che circonda la villa.
All’uscita dell’Antiquarium si percorre l’antico basolato del diverticolo della via Flaminia che conduce al lauretum. La grande terrazza è stata suddivisa in quattro spazi di 9 X 9metri, misura che corrisponde a 30 piedi romani. In questi campi sono state disposte 64 piante di alloro alte 3 metri e contenute in grandi olle d’argilla realizzate appositamente. Un’idea nata dalle ollae perforatae ritrovate lungo la bordura del giardino e che hanno consentito di identificare, e piantare adesso, le essenze presenti in antico. Le olle erano di due tipi: il primo con un singolo foro sul fondo utilizzato per trasportare pianticelle cresciute altrove, il secondo con più fori impiegato per le margotte aeree. Il principio che ha dettato il progetto è che tutto sia smontabile in caso di indagini archeologiche nell’area del terrazzamento. La notevole estensione della terrazza, una sorta di giardino pensile, suggerisce la presenza anche di altri alberi, decorativi e da frutta.
Dal giardino si accede alla villa che conserva splendidi mosaici pavimentali in bianco e nero, a motivi geometrici e figurati, e ambienti decorati in opus sectile. Tutti sottoposti a pulitura, così come gli intonaci dipinti che ancora restano. Per questi si è provveduto alla reintegrazione pittorica, eseguita ad acquarello con velature ad abbassamento di tono, procedimento che ha restituito l’unità formale e l’equilibrio cromatico corretto. L’impianto originario del quartiere residenziale di età augustea rimase pressoché immutato nel tempo con limitati interventi di restauro nel II e III secolo d.C., forse per rispetto alla memoria di Livia e Augusto, mentre la natatio – ben riconoscibile – è stata realizzata in età flavia, contestualmente alle due piscinae calidae (piscine di acqua calda) di un primo impianto termale. A protezione degli scavi e dei mosaici, negli anni ottanta fu costruita una copertura oggi sfruttata a vantaggio della lettura delle stanze del complesso. I soffitti sono stati dipinti azzurro cielo, nella stessa tonalità del famoso affresco di giardino proveniente dall’ambiente ipogeo della villa, staccato negli anni cinquanta e oggi conservato al Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo. In questo modo le coperture diventano disegni stratigrafici di dimensioni reali e suggeriscono allo stesso tempo la chiusura delle stanze.
La visita termina con l’ambiente ipogeo dove nel 1863 venne alla luce l’affresco di giardino già citato, e conservato a Palazzo Massimo. Fu realizzato nel 38 a.C. nella zona più rappresentativa della villa per volontà di Livia e Augusto, nell’ambito del programma di ristrutturazione della precedente residenza repubblicana. Il nuovo allestimento, concepito come una scenografia teatrale, consente in alternanza la lettura della muratura originale – dove si identificano ancora le tracce delle grappe che fissavano l’antico affresco – e, grazie a un doppio sistema di illuminazione temporizzato, proietta su un telo di garza l’immagine della parete dipinta.
Aperture straordinarie in occasione dell’inaugurazione dei nuovi percorsi della villa sono fissate nei giorni di sabato 13 – 20 – 27 settembre, dalle 9.30 alle 18.30. Visita guidata a pagamento alle ore 11.00.
La villa, ad ingresso gratuito, per il resto dell’anno seguirà i seguenti orari di visita: giovedì – venerdì 9.30 – 13.30, sabati dispari (I – III – V eventuale) 9.30 – 13.30; domeniche dispari (I – III – V eventuale) da aprile a ottobre 9.30 – 18.30 / da novembre a marzo 9.30 – 16.30. Ogni III domenica del mese alle ore 11.00 visita guidata a pagamento.