Cultura
Il tormento di Ulisse
Il tormento di Ulisse
Amica mia, sposa paziente
Non udivo il tuo richiamo
E m’afferrava il tempo
E coinvolgeva le mie ore
E più non ricordavo
La mia sposa in attesa.
Venga, venga la notte
E mi trascini
E sciolga le sue mammelle
Di stelle frementi
Galopperò nel tormento
E il tuo patire
M’illuminerà la via.
Sentivo le viscere torcersi
E risvegliarsi l’ardore
Ma io, sposa adorata,
non sapevo e forse non credevo…
Raccogli gli spasimi
Nel cavo del ventre
Come spine cocenti
Inonderò il tuo corpo
Fin che sarai placata.
Germoglia il desiderio
Sul labbro che ti cerca
Nell’aria rarefatta
Il mio andare s’affretta.
Sposa, sposa adorata
Alza le braccia
Al raggio che t’avviva
Lascialo filtrare sulla pelle
Incorrotta, di miele.
Arde su questa riva
Il fuoco del dolore
E non trovo pace
Nella lontananza.
La Luna appesa al suo stesso biancore
È ferma sul mio capo
A tormentarmi.
Sposa, sposa lontana
Non c’è traghetto
Questa notte sul fiume
E pure i papiri si sono piegati
Soddisfatti nell’ombra
In copula verde.
Soffre il desiderio
Sulle reni contratte
Ed io batto la sabbia
Umida col corpo inesausto.
E già arriva l’onda.
Sposa, sposa dolente,
Scopri i seni colmi
Unisciti a me
Sciogli i capelli sul collo:
Accelera il sangue
Il suo pulsare.
Dal ventre lucido
Ti fiorirà il mondo.
Canta, sposa in attesa
Anche se il volto
Si perde in lontananza.
Ho tessuto nel cuore
Il tuo sogno di donna
Ho perso la strada
Per giungerti vicino
Ma ho dato seme alla notte
Perché lo diffonda.
FranzinaAncona@DIrittiRiservati