Il toro incantatore
Io conobbi una donna
Su un davanzale fiorito.
Occhi di donna
Neri fari di malizia.
Occhi di donna
Conobbi, bramosi
Dalle grate di ferro
Nel bianco abbagliante
Di un vicolo di Siviglia.
E conobbi un torero
il corpo scattante
E la muleta come una serpe
Attorcigliata, rossa,
Tra le mani rosse
Del sangue del toro.
E il toro che conobbi
Era nero e maestoso
E aveva banderillas
Blu e verdi e bianche,
Sul groppo di grasso
Come spine di furore.
E la folla che conobbi
Gridava:olé, ad ogni paso.
E la folla chiamava
Coi dolci nomi dell’inganno
Il toro nero e le banderillas.
Il cavallo del picador
Ha la gualdrappa di tela e cartone
Ha i fianchi imbottiti.
Il cavallo del picador
Non sgroppa, non ha paura.
Il toro ha paura
Tra la folla che l’invita,
tra il nero dei ventagli
e gli occhi di donna, intenti.
E il torero ha forse paura.
Il torero nel suo costume
Di paladino, di raso e d’oro.
I giovani che conobbi
Nel paso doble e nel flamenco
Sadici e fieri
Avevano occhi spalancati profilo tagliente.
Conobbi giovani eroi
Incantati dal toro nero e il suo sangue.
S’alzano le mani nel ritmo:
esulta il cuore della folla.
Magico è il nero toro
Immobile possente.
Cerchi e volute nella sabbia.
Rossa è l’ora, rulla il tamburo.
Il pallido torero è attento:
invita, circuisce, s’avanza…
La muleta carezza ingannatrice:
lucida bandiera di dolore.
La muleta mitico filo
Minotauro è il toro.