Diamanti a picco per i dazi di Trump, mentre l’oro vola
Diamanti presi di mira dai dazi USA di Trump, mentre oro e rame sono esenti da tariffe: per chi specula giocando d'anticipo sulle mosse del tycoon, sono miliardi a palate

Diamanti, periodo terribile coi dazi USA di Trump, tanto che il Gruppo sudafricano Petra Diamonds ha deciso di rinviare l’asta (Tender 5) sulle pietre estratte nella miniera di Cullinan prevista in settimana, a causa dell’incertezza sui mercati, con l’obiettivo di sostenere i prezzi dei diamanti provenienti dalla miniera, in attesa di maggiore chiarezza sull’impatto delle nuove tariffe.
Diamanti già e oro alle stelle: il destino di chi specula
Mani nei capelli per chi ha investito nei diamanti, e invece diventa sempre più ricco chi ha oro e chi lo compra, perché il metallo giallo vola, esente da dazi (idem il rame). Si pensi a chi specula sperando nei dazi di Trump, sapendo gli effetti sui mercati: c’è davvero da incassare cifre astronomiche, per poi vendere al momento giusto.
Anglo American, controllante di De Beers, ha svalutato il valore della controllata di 4,5 miliardi di dollari negli ultimi due anni e si prepara a scorporarla via ipo nel 2025. Signet Jewelers, il più grande commerciante di gioielli con diamanti quotato a New York, ha comunicato che non si farà carico di nessun costo legato ai nuovi dazi sugli ordini esistenti.

Fatturato diamanti, malissimo
Basti dire che il fatturato da vendite di pietre grezze registrato da inizio 2025 ammonta a 103 milioni di dollari, contro i 138 milioni delle prime cinque aste 2024. Il comparto globale dei diamanti, valutato 82 miliardi di dollari, è bersagliato dai dazi da parte degli Stati Uniti. Le spedizioni attraverso il principale hub commerciale di Anversa sono crollate delll’85% rispetto ai volumi registrati prima della rivoluzione del tycoon. C’è un’aliquota fissa del 10% sulle importazioni di diamanti, oltre ai dazi di ritorsione variabili per Paese d’origine.
D’altronde, la catena di approvvigionamento globale dei diamanti prevede numerosi passaggi, tra estrazione in Africa, scambi a Dubai e lavorazione in India. L’unico segmento con sede negli Stati Uniti è – per la certificazione – il Gemological Institute of America (GIA). L’India, che lavora (polishing) oltre il 90% dei diamanti mondiali, rischia di essere fortemente penalizzata dalla politica di The Donald.