Roma, 16 Maggio 2019 – La finale di Coppa Italia ha onorato il calcio italiano. Importa relativamente chi alla fine ha alzato al cielo la Coppa. Talmente è stata equilibrata la partita che tanto Lazio che Atalanta avrebbero meritato di portarla a casa perché entrambe sono l’espressione del miglior calcio italiano sotto ogni punto di vista sia tecnico-tattico sia quello organizzativo.
La plateale dimostrazione che il calcio made in Italy si può realizzare anche senza ricorrere ai capitali stranieri ed alla speculazione, ma grazie ad una saggia amministrazione e competenza..
Le proprietà delle due squadre sono entrambe interamente italiane.
Antonio Percassi è un ex calciatore atalantino di serie A diventato imprenditore.
Claudio Lotito è un appassionato latinista ciociaro che una ventina di anni fa scoprì che la squadra di calcio per cui tifava poteva essere salvata dallo storico sfacelo e rinascere, magari diventando anche un buon business.
Dunque in entrambe le realtà un mix di passione sportiva e capacità imprenditoriali.
Oggi le due società sono due solide aziende italiane che sanno gestirsi abilmente sul mercato. Si circondano di abili collaboratori attingendo ad allenatori italiani capaci e non iperpagati; magari fatti in casa come Simone Inzaghi approdato alla Lazio da calciatore e poi trasformato in allenatore prima delle giovanili, poi della società satellite, Salernitana. Così come Igli Tare, alla Lazio come centravanti per poi trasformarsi nel più abile e competente scopritore di talenti in circolazione. Lo staff biancoazzurro: laziali e fedeli.
Tanto a Bergamo che a Roma i bilanci non piangono e le società crescono sempre per il loro valore tecnico. Il tempo delle retrocessioni è lontanissimo. Sono anni ormai che si frequentano le alte quote delle classifiche. Interessa poco se , per giunta, le casse della famiglia Percassi e Lotito siano attive o passive. Sicuramente non ci rimettono e le due società vendono il superfluo, ma non l’indispensabile, trattenendo sempre i loro veri gioielli che, sono nell’Atalanta Gomez e Ilicic e nella Lazio gli Immobili od i Luis Alberto.
Ma i gioielli veri delle due squadre restano gli allenatori Inzaghi e Gasperini. I talenti si impongono a Bergamo come a Roma perchè le due squadre hanno una impostazione tenico-tattica alla Guardiola ed Ajax che promuove e valorizza il talento dei giocatori. Sicchè un giocatore apparentemente mediocre come Zapata si trasforma in “centro boa pallanuotistico” utilissimo a fare valanghe di reti ed a fungere come punto di riferimento.
Oppure l’illustre sconosciuto Milinkovic diventa uno dei pezzo di mercato più pregiato (e trattenuto) o l’incompiuto spagnolo Correa diventa un fenomeno come Garrincha.
Merito delle due società che i loro tecnici siano all’avanguardia in Italia e che Atalanta e Lazio pratichino un calcio divertente, brillante e vincente tanto da indurre oltre 20.000 bergamaschi (una cittadina come Frascati) a trasferirsi entusiasti a Roma nonostante
gli allarmi meteo.
Alla fine, il risultato non ha avuto l’esito sperato. La Lazio ha avuto un atout in più (ha giocato in casa – regolamento forse da rivedere…) ma lo spettacolo ha valso la pena. Due squadre moderne, scintillanti, emozioni, gran ritmo da premiership inglese. Pali,
ammonizioni per gioco rude, sportività. Epilogo solo negli ultimi minuti.
Mentre, altrove squadre blasonate – espressioni di capitali soprattutto stranieri o speculativi – esprimono un calcio superato, soddisfatte solo da qualche risicata vittoria di fronte a spalti sempre più vuoti e sostanzialmente annoiati.
Lazio ed Atalanta stanno segnando un tracciato preciso sul cui solco si innesta la Nazionale di Mancini. Onore ad entrambe come anche alla Coppa Italia che, grazie alla eliminazione diretta, è la formula che esprime i veri valori in campo. La Rai, a poco prezzo, è riuscita a mantenersi la esclusiva TV del torneo che oggi diventa il più
rappresentativo e seguito poiché la Serie A superspezzatino, è diventata un groviglio inestricabile televisivo, regno di chiacchiere in cui ci si sperde.
Quanto a Lazio-Atalanta. L’ha spuntata Roma. Forse un esito salomonico; stimolante sulla stagione calcistica uccisa dalla superiorità esagerata della Juventus formato Campionato italiano. La Lazio, perdente, avrebbe compromesso le proprie prospettive europee, mentre l’Atalanta si può giocare con probabile successo le proprie
chance per conquistare il quarto posto passaporto per la Champions.
A Roma, è tornato ,il sole, e non solo metaforicamente. Specie al Foro Italico sede dello Stadio anche del Tennis dove oggi si disputano il numero record di 40 partite di tennis, con protagonisti tutte le stelle mondiali sia in campo maschile che femminile fermate ieri dalla bomba d’acqua che imperversa sulla penisola.