Cosa è stato
Sbiadisce la nostra sera,
in quel verbo oscuro del distacco,
troppo a lungo celato,
mai detto
che ora risiede nei nostri occhi.
Non ci sono più
quei lamenti, i fremiti di passione
che ora rotolano distanti.
Non nascondiamo più,
quello che non c’è
e avremmo dovuto darci,
giù nel fosso delle nostre ombre.
Un tempo i nostri sguardi
non erano bendati,
quando ci prendevamo la mano,
nel donarci il sorriso.
Cosa è stato,
del nostro non vissuto,
ora trapassato,
nel profondo lacerato di noi.
Siamo anime inermi,
immobili, così vicine,
ma dimenticate
nell’oblio di noi stessi,
mai vissute davvero al sole,
quando camminavamo
in un prato di primavera.
Ed ora,
nello sbocciare
di una luna in silenzio,
come pietre scagliate nel vuoto,
ben sappiamo,
che non fu mai nostro
quell’amore.