Veglia notturna
Impalpabile come un’illusione
s’adagia silente la sera
tra i solchi del cuore,
gli spigoli delle memorie
e sui miei occhi spenti.
E tra i lampioni ai margini dell’Adige
si beffano di me quei gabbiani
appollaiati – sembrano soldati
con i loro occhi neri
in attesa del mattino,
per sferrare l’attacco
sotto i flutti agli inerti.
Notte d’infinità, senza lamenti
né pathos, finché la bruma si dirada
e si ode il loro primo strido,
che pare far da nenia
allo svanire dell’ultima oscurità.
Notte che passa e muore
nel primo scintillio del sole,
che all’improvviso trafigge e dissolve
i pensieri più cupi.
Ora non farò parola della morte,
cosi colpita al petto dal riverbero
di quest’attimo di vita.
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