ALCUNI VEDONO TRACCE DI PAGLIUZZA NEGLI OCCHI DEGLI ALTRI MA NON VEDONO IL TRAVE NEL LORO

Sembra quasi avessimo avuto il dono della chiaroveggenza quando all’inizio di agosto abbiamo scritto l’articolo “PER QUALCUNO È MENO GRAVE LA CORRUZIONE CHE AVERE RAPPORTI ETEROSESSUALI” (puoi rileggerlo in politica)

 

Per commentare i quotidiani attacchi contro Silvio Berlusconi da parte di alcuni organi di stampa della chiesa e della sinistra, avevamo avanzato l’ipotesi che, per alcuni di loro, era più grave essere eterosessuale che corrotti o avere “vizietti”.

Il quotidiano “il Giornale”, nei giorni scorsi, ha dato notizia della condanna di Dino Boffo da parte del Tribunale di Terni, giudice Dr. Fornaci, per reati commessi tra il 2001/2002.

Il decreto penale, di condanna, numero 241 del 20 Settembre 2004, scaturisce dal rito alternativo richiesto dall’imputato Boffo, per evitare il processo e che, di fatto, ammette la propria responsabilità penale in ordine ai reati che gli vengono contestati: molestie e intimidazioni nei confronti di una donna di Terni affinchè lasciasse libero il marito, con il quale egli aveva una relazione omosessuale.

Boffo accetta il provvedimento e paga un’ammenda di 516 euro, provvedendo a pagare anche una notevole somma alla denunciante per farle ritirare la querela.

La vicenda era ben nota ma nessuno l’aveva riportata (non conviene farsi nemici i preti!) e di questo se ne era ben reso conto Mario Adinolfi sostenitore di Franceschini (quindi non certo elettore di Berlusconi), il quale non era riuscito a pubblicare la notizia ma maggiori particolari si trovano sul suo blog.

La vita sessuale di Dino Boffo non interesserebbe a nessuno, e giustamente,  se non fosse che si tratta di quel Dino Boffo direttore dell’ “Avvenire” e novello “Tomás de Torquemada” nei confronti di Berlusconi e portavoce del “disagio dei vescovi” per il comportamento del Presidente del Consiglio.

Che strano, i vescovi si sentono a disagio per l’eterosessuale (mai condannato per questo) Berlusconi, perseguitandolo e gettando fango sulla sua persona ad ogni numero ma in quel caso  si trattava di piena libertà di stampa e di pensiero ed invece sono a loro agio avendo quale direttore del loro giornale il condannato Dino Boffo! 

Anzi, ora gridano a comportamenti inqualificabili, plateali e ripugnanti per l’ attacco alla  “loro” libertà di pensiero e di stampa!

Con stampa omologata, nei titoli e contenuto, il cardinale Bertone, presidente della Cei, prova “disgusto” alla notizia che li riguarda e questo per loro è gossip con “bufale” inventate per calunniare.

“Il giornale” del 31 agosto, però, riporta in prima pagina la fotocopia del documento che riguarda Dino Boffo e questo dimostrerebbe che non si tratta di falsi ma di (anche se cocenti) verità.

Ma che sciocco che sono! Forse, tutti quei preti e laici interessati, pagando l’imposta prevista dalla taxa Camarea di papa Leone X° (Tratto da: ” Verità e menzogne della Chiesa cattolica “, di Pepe Rodriguez, Ed. Editori Riuniti, 1998), aggiornata con l’euro, sono stati assolti da tutti i loro peccati e quindi, dov’è il problema?

 
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