Molti anni fa, in una situazione politica molto difficile e che non trovava sbocco da nessuna parte, (ovviamente, la “poltrona” ognuno se la tiene stretta come meglio può e se c’è una possibilità di risoluzione ai problemi se ne guarda bene dal proporla specialmente se va contro i propri interessi), gli elettori cominciarono a formulare la più logica richiesta che esiste in questi casi; elezioni anticipate.
Si esce da una situazione di stallo in tutti i sensi, in cui nessuno vuol prendere l’iniziativa di “fare qualcosa”, si ridà la parola al sovrano, il popolo, e (in un certo senso) si ricomincia da capo con nuovi rapporti di forze e, quindi, nuovi equilibri.
La “voce di popolo” serpeggiava nel popolo, altrimenti non sarebbe stata “voce di popolo” ed è evidente che arrivò anche a Fini. Questi già sentiva “palpabile”, attorno a lui il dissenso degli elettori, perché il suo comportamento non era stato dei più corretti, mettici poi, tutti gli intrallazzi combinati con la casa di Montecarlo, e via dicendo…insomma era scaduto nel concetto degli elettori e non erano poche quelle persone che, avvicinandosi ai gazebo propagandistici di “Forza Italia”, che promuovevano ipotesi di soluzione allo stallo politico, esprimevano esplicitamente, non che crudamente, il loro dissenso dalla partecipazione di Fini. “Se vedo Fini nelle liste del partito” dicevano i più, “non voto il partito! O passo ad un altro partito o voto scheda bianca!”…non erano pochi…e non erano pochi nemmeno coloro che, in scambi di opinioni estemporanei dicevano testualmente ai loro interlocutori “…aho’!…da tutti mi sarei aspettato un comportamento del genere…da tutti!…tranne che da quello!…è proprio vero che siamo arrivati al fondo della botte”.
È ovvio che il “buon” Fini ne era al corrente della situazione in cui era andato a cacciarsi nel concetto degli elettori, con le sue stesse mani, per cui, in questo frangente, una volta rilasciò un’intervista ad un TG. Il giornalista gli chiese esplicitamente se “vedeva” favorevole…utile, quello che adesso desiderava la popolazione, un ricorso alle elezioni anticipate e lui rispose “…per carità!…sarebbero disastrose!…”.
L’on. Fini fu scaltro e ingenuo allo stesso tempo perché, da una parte, con quella risposta volle significare che si preoccupava del peso che il costo di una convocazione elettorale avrebbe avuto sulla situazione economica, cosa di cui a lui non gliene fregava niente, e, dall’altra prese, ingenuamente, il popolo italiano per imbecille, perché credette che questo si sarebbe “bevuta” la sua posizione come veritiera.
La risposta del popolo italiano fu che “le elezioni anticipate sarebbero state, si, disastrose, ma per lui, non per il Paese!”, come, infatti fu e lui uscì dalla scena politica.
Oggi, alla stessa stregua di Fini, Alfano, consapevole di essere la “stampella” di Renzi e consapevole che Renzi lo userà fin quando avrà bisogno dei suoi voti, e consapevole che, per Renzi, lui non conta assolutamente niente, e che non è la prima volta che quello glielo dimostra non ascoltandolo proprio e facendo quello che vuole, e consapevole di rappresentare per il suoi deputati la stessa cosa che Berlusconi è stato per lui, (“quando la barca affonda i topi scappano”), e consapevole che, sentendosi tremare la “poltrona” sotto il sedere, nessuno dei suoi lo sosterrà e lo seguirà, tenta un “riavvicinamento” a “Forza Italia”, “in extremis” mascherato dalle più assurde strategie, per contrapporsi a Renzi, a Grillo e a Salvini.
“Nuova alleanza con Berlusconi che faccia da alternativa a Renzi”. Le parole cambiano, ma il “disegno” è esattamente lo stesso…ma, siamo diventati matti? Fino ad oggi lo sta servendo “di barba e di capelli” e, improvvisamente vuole porsi all’opposizione? …ma…con quali motivazioni e, poi…con quali “Fini”?