“La peste”: un gran libro sull’illegalità ambientale!
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Roma, 20 ottobre – Il libro di Tommaso Sodano, “La Peste” (ed. Rizzoli 2010, riedito a luglio 2015 per “Il Sole 24 Ore”, euro 8,90), scritto con Nello Trocchia, giornalista de “Il Fatto”, racconta del disastro ambientale di cui pagheranno le conseguenze figli e nipoti. Sodano, già Consigliere comunale, Senatore della Repubblica e Presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato, non è stato più rieletto. Con coraggio, nel 2003, ha informato l’AG sui gravi vizi nel bando di gara che assegnava alla Fibe la costruzione dell’inceneritore di Acerra e alla società madre, la Impregilo (secondo alcuni dati, era al primo posto nella classifica delle principali imprese italiane operanti all’estero), la gestione del ciclo industriale dei rifiuti in Campania; da qui sono partite le inchieste sul gruppo industriale e sul Governatore Antonio Bassolino. Sodano, denunciate le connivenze fra camorra e politica nella gestione dei rifiuti in Campania, ha ricevuto minacce di morte ed è stato messo sotto scorta. E’ la storia del disastro ambientale degli ultimi vent’anni che ha avvelenato la Campania e non solo. La camorra “signoreggia” la questione grazie a intermediari con giacca, colletto bianco e gilet, organici al sistema a cui le imprese e le amministrazioni del Nord affidano la spazzatura anche velenosa che veniva avviata in Campania per le cave e venduto come concime. Terra di frontiera (pag.29): storicamente i cutoliani da una parte e la Nuova Famiglia dall’altra; sangue e miseria…..C’è tanta camorra nella storia familiare di Nicola Cosentino (pag.81), nella sua ascesa al gotha della politica nazionale, al vertice del PDL regionale, fino a Sottosegretario di Stato all’Economia ( Ministro Tremonti) nel Governo Berlusconi…… L’indagine che ha portato Tommaso Sodano a dover vivere sotto scorta ha mostrato infatti un sottobosco in cui si trovavano criminali e politici, imprenditori e faccendieri. Formidabile il “Sistema Chianese” (pag 51) che racconta che l’Avv. Cipriano Chianese era titolare di una società, la Resit, e di tre discariche con un’autorizzazione TAR Campania che gli consentiva di ricevere rifiuti solo dal territorio regionale. Nulla tuttavia consentiva a Chianese (che vantava conoscenze importanti nel mondo delle Istituzioni, grazie a regali e favori….tanto che a leggere il libro vengono i brividi….) di avere limiti territoriali. Racconta il pentito Bidognetti che fu proprio l’Avvocato a prospettare l’affare rifiuti….A capo della piramide c’era il vertice criminale (con Francesco Schiavone “Sandokan”) e quindi altri personaggi unitamente al professionista…..Ovviamente, in tale ambito di colossali affari, la massoneria non poteva esimersi tanto che (pag 55) quando nel 1993 con l’indagine Adelphi spuntò il nome di Licio Gelli, gli affiliati del clan si insospettirono…..” e lo stesso De Simone anni dopo racconterà del ruolo che Licio Gelli (Capo P2) aveva assunto nell’organizzazione…..”. Si creerà in prosieguo un Commissariato speciale che venne affidato per anni proprio alla politica, al Presidente della Regione. Emergenza significa la sospensione di regole e procedure ordinarie, scritte per dare garanzie sulla salute pubblica e sulla trasparenza democratica, fino alla militarizzazione da parte dello Stato delle discariche. Il Commissariato Rifiuti in Campania (pag 244) si chiuderà nel dicembre 2009. Bertolaso, nel 2006, quando assunse l’incarico di Commissario Straordinario, non aveva dubbi e il 9 ottobre dichiarò :”Ci impegnamo a uscire dall’emergenza …….Ci vorranno tra i sette e i dieci giorni per portare via la spazzatura dalla strada….” Ma il miracolo fu rimandato…..Il tutto si fondava su un sistema pubblico e privato, tramite le ben note “società miste” dove si confondevano i ruoli di controllato e controllore, annullando gli organismi di controllo. “Con il sistema delle società partecipate è sempre più difficile perseguire il reato di corruzione – spiega Sodano-; non è infatti configurabile il reato quando manca l’incaricato di pubblico servizio o il pubblico ufficiale da corrompere…nel nostro paese non esiste il reato di corruzione tra privati”. Al termine del libro (pag.281) l’intervista al noto Magistrato Raffaele Cantone che circa le analogie tra la gestione post-terremoto di Irpinia 1980 (che scatenò la grande guerra di camorra per accaparrarsi gli utili con ben 1242 morti ammazzati dal 1979 al 1984, anche fuori Campania) e lo scandalo rifiuti, ha dichiarato senza mezzi termini che si tratta delle due più gravi emergenze degli ultimi trent’anni ed entrambe sono finite per diventare terreno per speculazioni e ruberie varie che hanno visto la presenza allo stesso tavolo di politici, uomini delle istituzioni e camorristi. Visti i vantaggi delle categorie del malaffare, di chi gli svantaggi se non dei cittadini avvelenati e delle casse delle Stato, con un debito pubblico che aumenta anziché diminuire? Ai lettori la risposta!