Osservando “Cosa Nostra” e ” ‘Ndrangheta”, le mafie più strutturate nel panorama italiano, vediamo che non trovano equivalenti rispetto ad altre organizzazioni straniere di grande rilievo. La “Yakuza” giapponese e le “Triadi” cinesi, che si avvicinano al modello mafioso italiano per regole e gerarchie salde, mancano di relazioni con il potere istituzionale. Altri gruppi, come i “Cartelli” messicani e le “Maras” centroamericane, esercitano potere territoriale influenzando politica e istituzioni, configurandosi però come bande paramilitari a struttura variabile e quindi controllabili per interventi repressivi. “Cosa Nostra” siciliana, ormai, è “mani e piedi” nell’economia legale con un abnorme flusso di denaro; il che crea consenso e nuovi posti di lavoro.
L’Europol (la Polizia Europea) segnala i sempre maggiori interessi nelle energie rinnovabili, che garantiscono fondi comunitari e consentono il riciclaggio. Ciò è dimostrato dagli affari condotti da Vito Nicastri, l’imprenditore di Alcamo, leader nel settore dell’eolico, prestanome di Matteo Messina Danaro, per il quale il Tribunale di Trapani ha proceduto a confisca di beni (il più consistente mai operato) di ben 1,3 miliardi di euro. Disponibili, ancora, 16 mld di euro nel settore energetico e 6 mld di fondi europei. A dimostrazione di ciò, a Gela sta per essere realizzato il più grande parco fotovoltaico d’Europa a cura della Cooperativa Agroverde, al cui vertice un manager indagato per mafia, con previsione di spesa di oltre 300 milioni di euro.
La Mafia, quindi, pur evidenziando una sorta di debolezza strutturale, per assenza di capi carismatici in libertà, a seguito della cattura di Bernardo Provenzano avvenuta l’11 aprile 2006, ed anche di altre importanti attività di Magistrature e Polizie, come rilevato dalla Procura Nazionale Antimafia, starebbe vivendo una fase di transizione, però ben gratificata da significativi sostegni nel mondo degli affari e della politica.
Per informazione, ricordiamo che Cosa Nostra è dotata di una sorta di Costituzione Materiale ed altra Formale. Per lungo tempo è prevalsa quella materiale, nel senso che il “governo” è stato retto secondo le scelte dei capi, mentre quella formale ha ripreso vigore a seguito della ricordata azione dello Stato con il prevalere dell’ obbligo dell’osservanza e delle vecchia disciplina della onorata società. Quale risultante, le guerre tra cosche per il controllo del territorio e degli interessi con uccisioni eclatanti sono state messe da parte anche accettando strategie comuni con vecchi nemici. Questa è l’enorme forza di Cosa Nostra, che alcuni “lietopensanti”, anche di natura istituzionale, tende capziosamente a disconoscere minimizzando che la stessa “sarebbe alle corde per il fatto che alcuni commercianti si sarebbero rifiutati di pagare il pizzo”!
Perché tale colpevole sottovalutazione? Non si capisce che abbassando i toni si favorisce il rafforzamento della mafia stessa?
Trattando ora della ” ‘Ndrangheta”, la mafia più radicata anche in paesi stranieri, osserviamo che il profilo ontologico è ai massimi livelli con la simbologia rituale. Pensare che la formula di giuramento dei nuovi affiliati fa riferimento alle regole dettate da tre mitologici cavalieri spagnoli del XV sec.; quindi, non liturgia arcaica, ma ancora attuale tanto che è stata pronunciata a Singen, in Germania, il 20 dicembre del 2009, come risulta dalle indagini concluse nell’estate del 2010 con le operazioni “Crimine” e “Infinito”. Tale modello prevede che tutto dipende sempre dalla casa madre in Calabria; per cui, quando ci sono problemi, vi si scende perché tutto si risolva. Così ha fatto Domenico Vallelonga, di Nardodipace, nelle Serre di Vibo Valentia, che dall’Australia si è recato a Siderno da Giuseppe Commisso (U Mastru), per consigli. Si tenga presente che Vallelonga è stato sindaco della cittadina di Stirling per quattro mandati (dal 1997 al 2005).
Insomma, anche all’estero, le comunità di origine vengono clonate ricreando le strutture organizzative ed anche gli stili di vita, con una ritualità ossessiva che ha assicurato anche la mancanza di collaboratori di giustizia.
La strage di Duisburg, in Germania, del 15 agosto 2007, inquadrabile nella faida di San Luca cominciata 16 anni prima tra i Pelle/Vottari e i Nirta/Strangio, segna una svolta; è il giorno in cui la Nazione leader dell’Europa si trova di fronte a qualcosa di inimmaginabile prima.
Ciò offre anche spunto di riflessione sulla percezione del pericolo mafie in Europa.