Politica
Il permanente pericolo anarchico!
Roma, 10 settembre – L’obiettivo era uccidere Carabinieri e Poliziotti. Questa la linea degli anarchici della Fai quando usavano bombe facendole esplodere a stretto giro di tempo l’una dall’altra. La prima bomba attirava le Forze dell’Ordine; la seconda seminava terrore e sangue.
Furono due gli attentati orditi in questo modo: nel 2006 presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (Cuneo); nel 2007 in un’isola pedonale nel quartiere Crocetta di Torino.
Nei giorni scorsi, dopo quasi quindici anni di attività, i gruppuscoli della Fai-Federazione anarchica informale sono stati arrestati dalla Digos di Torino: sette arresti, otto indagati a piede libero e trenta perquisizioni in tutta Italia nell’operazione ‘Scripta Manent’.
A partire dal 2003 la FAI ha rivendicato una cinquantina di azioni. Ci sono stati i pacchi-bomba ai politici (Romano Prodi, Sergio Chiamparino, Sergio Cofferati), alla Questura di Lecce, alla sede dei Carabinieri del Ris a Parma, alla Polizia Municipale di Torino, a giornalisti, a Equitalia, ad alcune aziende private. E c’è stato l’attentato a Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo, ferito a Genova nel 2012. Tra gli arrestati, i torinesi Nicola Gai, 39 anni, e Alfredo Cospito, 49 anni, già condannati per il caso Adinolfi e raggiunti in carcere dal provvedimento di cattura. Gai, Cospito e Beniamino sarebbero i promotori del progetto FAI, impostato sulle idee dello storico anarcoinsurrezionalismo.
I “Nuclei” si erano già evidenziati a marzo 2014, con l’annuncio di attacco ai moderati del movimento No Tav, ma anche ai duri dei centri sociali, definiti “borghesucci…e provocatori pagati…Siamo qui pronti alla lotta armata”. Il comunicato firmato “FAI-Cellula Olga” (FAI: per Fronte Anarchico Informale, organizzazione eversiva anarco-insurrezionalista italiana) giunse in busta spedita per posta ordinaria da Genova in cui si lessero le motivazioni che portarono a colpire Roberto Adinolfi, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare, gambizzato a Genova il 7 maggio 2012, con arresto e condanna, come sopra riferito, a dieci anni e otto mesi per i due terroristi responsabili.
Dobbiamo dire che c’è un vizio atavico nella nostra bella Italia, quello delle facili amnesie, con tendenza alla rimozione di ciò che è accaduto, persino quando si tratta di fenomeni drammatici che hanno sconvolto l’Italia come il terrorismo storico.
Negli anni Settanta, le prime violenze furono decisamente favorite da un clima di indifferenza, disattenzione, sottovalutazione, se non indulgenza e contiguità.
Si faceva riferimento ai “compagni che sbagliano”, alle teorizzazioni assurde “Né con lo Stato né con le BR” e altre drammatiche oscene amenità. Senza alcuna pretesa di stabilire delle analogie, va detto che sarebbe di nuovo sbagliato sottovalutare o registrare con indifferenza ciò che sta accadendo. Ogni volta che, a distanza di qualche anno, si verifica un grave fatto, ecco Politica, media, analisti da scrivania a sorprendersi; si è, ogni volta.. all’alba del Mondo…, per cui si scrive, si scrive e si parla, si conciona, si disserta a dismisura….Sì, questa la storia infinita della tragica eterna pagina del terrorismo!
Cosa fare?
Certamente l’attenzione va tenuta costantemente alta da parte di tutti, in quanto è inimmaginabile che dopo la disarticolazione del terrorismo rosso nei primi anni ’80, con eccezionali successi di Magistratura, Servizi allora oltremodo efficienti, e Polizie davvero specializzate, taluni personaggi ben noti ma ai margini delle organizzazioni rivoluzionarie e non scalfiti dalle molteplici inchieste, non siano stati incisivamente monitorati nei decenni successivi!
E questo imperativo di vigilanza riguarda in primis la Politica e tutte le Istituzioni, non escludendo la gente comune perché oggi, sull’onda lunga della gravissima crisi economica, la saldatura dei gruppi terroristici esistenti “dormienti” ovvero ben vitali, con frange anarchiche anche internazionali, è senz’altro possibile.
Necessita una presa di coscienza generale che riguarda anche l’oscuro pianeta Mafia, la cui lotta va potenziata oltre misura.
Principale tratto distintivo degli anarchici recentemente arrestati, secondo il Sindacato di Polizia Coisp, è “l’insofferenza e l’odio verso gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, oggi quanto mai bersaglio di rappresaglie, di ritorsioni, di tentativo di delegittimazioni, di criminalizzazioni, di svuotamento del proprio stesso ruolo, e di asservimento a logiche di potere che ne vorrebbero gli appartenenti ridotti a meri burattini servi e non servitori… La stessa intelligence italiana, nell’ultimo rapporto informativo al Parlamento, ha rimarcato questi pericoli e le reali insidie legate al mondo dell’estremismo di sinistra – prosegue il Segretario Generale del Coisp Maccari – ma senza che ciò abbia determinato alcuna seria e ferma presa di posizione di politica ed istituzioni, né alcun atteggiamento di forte riprovazione verso qualsivoglia atteggiamento di insofferenza verso le Forze dell’Ordine. Tutto questo fa male quanto se non più delle bombe”.
Questo aspetto è molto importante e va attenzionato da chi di dovere ma anche dai Cittadini!