Anche nei ballottaggi hanno vinto tutti

E’ assai difficile, per non dire impossibile, valutare, in modo sereno e disincantato, le dichiarazioni dei vari leader dei partiti subito dopo gli scrutini di una qualsivoglia competizione elettorale.

La ragione va ricercata nella piena consapevolezza che costoro, disquisendo a “bocce ferme”,  riescono sempre a trovare qualche appiglio per la comparazione dei risultati ottenuti con i dati precedenti, privilegiando quelli a loro più favorevoli, senza rendersene conto che le loro barbose sicumere lasciano ormai il tempo che trovano.

Per trovare qualche similitudine rispetto ai loro comportamenti, ho fatto un lungo passo indietro nella storia del nostro Paese e precisamente nel 1494, quando a Firenze, l’Ambasciatore Pier Cappone, responsabile della difesa della città,  rispose alle minacce del re di Francia, Carlo VIII: “Se voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane”.

Infatti, mentre quelli del PD strombazzano l’avanzamento del loro partito specialmente nella Lombardia e nel Piemonte, amministrando molti più Comuni di quanto ne avevano prima, il portavoce di Berlusconi, a sua volta, sbatacchia il successo di Forza Italia ottenuto a Perugia, considerata da sempre una delle roccaforti del PD.

Il M5S non è certo da meno e Grillo considera l’insediamento di un suo esponente sul seggio più alto nel Municipio di Livorno, il trofeo più importante nel suo palmares politico.

Anche il segretario della Lega, Salvini canta vittoria perchè un leghista ha sfrattato il sindaco di Padova, amministrata da tantissimi anni dal Centro-sinistra, oltre che  per aver raddoppiato i propri consensi dopo l’accantonamento di Bossi.

Festeggia anche la minuscola formazione “Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale” per essere riuscita a far eleggere un proprio candidato nella carica di sindaco della città di Potenza.

Ebbene, l’uomo della strada sottoposto a questo tipo di bombardamento mediatico e preoccupato di tanti altri più gravi problemi legati alla crisi economica, resta incredulo e stupefatto.

Certo, dal punto di vista quantitativo, i risultati del PD sono di gran lunga superiori a quelli ottenuti da tutte le altre forze politiche messe insieme; ma sotto l’aspetto qualitativo ed emblematico, l’esito di alcuni ballottaggi,  impone un’attenta riflessione che potrebbe creare qualche difficoltà al governo Renzi.

La circostanza maggiormente sorprendente è la sostanziale mancata rilevanza del comportamento degli astensionisti, i quali, con il loro 49 %, risultano i veri vincitori delle elezioni e dei ballottaggi.

Ma l’esperienza insegna che gli assenti hanno sempre torto e contano poco o nulla.

 

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