Mentre con rispetto seguiamo le decisioni del Papa teologo e ci poniamo molti interrogativi, il dovere di cronisti ci impone di seguire le vicende del Belpaese; quindi facciamo riferimento a ciò che “LA STAMPA” di Torino scriveva nei giorni scorsi: “È la mappa dell’Italia dei furbi. Una cartina che riassume frodi, corruzione e abusi equamente distribuiti nelle varie Regioni. A disegnarla è la Corte dei Conti che ha raccolto in un dossier i casi più eclatanti scovati dai Procuratori Regionali. Dalle Alpi alle sponde del Mediterraneo il danno erariale causato da questi comportamenti delinquenziali ammonta a oltre 293 milioni di euro. E la Procura Generale della Magistratura contabile parla di un calcolo necessariamente provvisorio. E scorrendo le pagine del documento si trova di tutto: dal parcheggio messo sotto sequestro a Genova perché realizzato in un’area sottoposta a vincolo storico-paesaggistico al giro di mazzette nelle camere mortuarie degli ospedali di Milano. Non sfuggono opere architettoniche famose come il ponte di Santiago Calatrava a Venezia (troppo scivoloso) e anche eventi drammatici come il terremoto in Abruzzo. In Piemonte, per il premio Grinzane Cavour, l’associazione che lo gestisce potrebbe aver sottratto illecitamente i fondi della Regione. Sempre nell’ambito della cultura, il museo di Trieste costato 600 mila euro e mai realizzato. Il contributo era stato versato dalla Regione Friuli Venezia Giulia “ad una nota fondazione di fotografie antiche” scrivono i Magistrati della Corte. Spostandosi a Sud le cose non migliorano. Non poteva mancare la Campania per quel che riguarda la gestione dei rifiuti: un danno di circa 43 milioni di euro ha riguardato il contratto per la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti nel litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano. In Sicilia a finire sotto la lente della Corte dei Conti è la Regione, per presunti illeciti nella nomina di consulenti, per danni legati a dismissioni del patrimonio immobiliare e per l’assunzione di soggetti sprovvisti dei prescritti titoli professionali. Nel piccolo Molise, poi, grande danno da 6 milioni di euro per il collegamento Termoli-Croazia: la società mista è irregolare e bisogna rifare tutto da capo””.
A questo punto ricordiamo che il Governo, il 22 ottobre scorso, ha presentato il “RAPPORTO SULLA CORRUZIONE” che contiene i risultati finali dei lavori della “Commissione Governativa sulla Prevenzione del Fenomeno Corruttivo“. Secondo la Commissione, in Italia la situazione è gravissima, come peraltro era già stato evidenziato il 30 gennaio 2012 nel precedente Rapporto dell’altra omologa “Commissione per lo Studio e l’Elaborazione di Proposte in Tema di Trasparenza e Prevenzione della Corruzione nella Pubblica Amministrazione“. “La corruzione è profondamente radicata in diverse aree della pubblica amministrazione, nella società civile, così come nel settore privato. Il pagamento delle tangenti sembra pratica comune per ottenere licenze e permessi, contratti pubblici, finanziamenti, per superare gli esami universitari, esercitare la professione medica, stringere accordi nel mondo calcistico, ecc. La corruzione in Italia è un fenomeno pervasivo e sistemico che influenza la società nel suo complesso”.
Il Rapporto del Governo sottolinea che corruzione e illegalità rappresentano gravi ostacoli per la crescita del Paese dato che “la diffusione del fenomeno corruttivo altera, in primo luogo, la libera concorrenza e favorisce la concentrazione della ricchezza in capo a coloro che accettano e beneficiano del mercato della tangente a scapito di coloro che invece si rifiutano di accettarne le condizioni”. È stato, altresì, calcolato che ogni punto di discesa nella classifica di percezione della corruzione, come redatta da Transparency International, provoca la perdita del sedici per cento degli investimenti dall’estero”. La Commissione ritiene che il contrasto della corruzione e dell’illegalità debba seguire non solo un approccio repressivo ma anche “una politica di tipo integrato e coordinato, con l’elaborazione di misure di tipo extrapenale, destinate a svolgere una funzione di prevenzione, operando sul versante prevalentemente amministrativo”. A tal fine la Commissione propone:
-la valorizzazione di codici di condotta;
-l’introduzione di più specifiche ipotesi di incompatibilità, incandidabilità e ineleggibilità;
-la previsione di limiti ai conflitti di interesse;
-una disciplina volta a rendere trasparente l’attività di rappresentazione degli interessi (c.d. lobby);
-il rafforzamento della responsabilità disciplinare oltre che dei livelli di trasparenza.
Bel colpo, direbbe qualcuno! Intanto diamo un’occhiata al quadro generale dell’ illegalità connesso alla corruzione (allegato al citato Rapporto del Governo) e osserviamo che lo “ius puniendi”(diritto di punire) dello Stato va in decremento:
– delitti di corruzione e concussione consumati: dai 311 casi del 2009 ai 223 casi del 2010 (-88casi);
– persone denunciate per delitti di corruzione e concussione: dalle 1821 del 2009 alle 1226 del 2010 (-595);
-soggetti condannati per i delitti di corruzione e concussione: dai 341 del 2007 ai 295 del 2008 (-46);
– numero delle persone coinvolte e dei reati denunciati per corruzione e concussione: (in crescita dal 1992, raggiunto il picco dei 2.000 delitti e delle oltre 3.000 persone denunciate nel 1995) ridottosi a circa un terzo per i reati e della metà per le persone nel 2006;
– numero di condanne per reati di corruzione, da un massimo di oltre 1700 nel 1996 ad appena 239 del 2006 (quasi un settimo di 10 anni prima).
Bene; perché? che fare? Per ora solo chiacchiere accademiche da quel che appare, diciamo noi liberi Cittadini e liberi pensatori, grazie al solito italico nulla. Ora, mentre in campagna elettorale si maramaldeggia per l’elezione di nominati telecomandati dai capipartito della politica dei proclami e basta, mentre si promettono mari e..monti, constatiamo che non c’è un rappresentante di Partito che strilli “apertis verbis” che nell’ ordinamento attuale non sono contemplati i reati di “falso in bilancio”, depenalizzato nel 2002, di “auto-riciclaggio”( cioè riciclare in proprio il denaro provento di reato, anziché affidarsi a terzi), di “voto di scambio” non più con denaro ( la Legge sanziona solo questa fattispecie) ma con appalti e assunzioni, ville e vacanze. Nessuno urla che il reato di cui all’articolo 317 del Codice Penale (commesso solo da pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio) viene scisso con la recentissima (ma modesta per impianto sanzionatorio) Legge in due ipotesi e che per la “indebita induzione”, che riguarda chi ottiene “utilità” abusando della propria posizione di pubblico ufficiale, le pene calano chissà perché da 12 a 8 anni, ovviamente incidendo sulla prescrizione del reato, che scende da 15 a 10 anni, avendo anche come logica conseguenza la cancellazione di molti processi ancora da celebrare. Ma l’Italia è un Paese equo? Via, lasciamo perdere!; da noi il cittadino conta quanto il due di coppe, e nulla merita se non di essere spremuto come un limone. Pensare che l’evasione fiscale annua, in Italia, come sostenuto in altri recenti articoli su questa testata, è calcolata in 130/160 miliardi di euro, quasi la stessa somma delle entrate dello Stato! Ad arricchire tale vergognoso quadro, ben sette condoni dal 1973, uno ogni quattro anni; a questo si aggiunge anche la perla dello Scudo Fiscale attuato ben tre volte, con leggi del 2001, 2003 e 2009. Perché si chiama Scudo? Semplice, è una protezione contro il fisco a vantaggio dell’ evasore. Si condona, secondo la Legge, chi ha portato quattrini all’estero, sia lecitamente guadagnati, sia non. Una soluzione però a questo sfacelo c’è: organizzarci per le prossime politiche in quanto si tornerà tra poco più di un anno a votare!
Mentre ora constatiamo che nelle liste per le prossime elezioni politiche non figurano come sperato persone del vero Comparto Sicurezza e Difesa dello Stato, quello operativo s’intende, non già quello burocratico di facciata dei Palazzi prescelti per far cassa (ci sperano!) di voti, si auspica che una volta cambiata la Legge elettorale e mandata in soffitta quella denominata “Porcata”, i Partiti rinsaviscano e aprano le liste a gente determinata per preparazione e coraggio avente la forza di dire: “BASTA, ORA CI METTIAMO NOI; LA FESTA E’ FINITA!”, e questo per impostare una nuova politica non degli affari ma del ben fare!