Ho citato qualche volta “I tre giorni del Condor”, come film, e possiamo citare anche “Tu vuo’ fa’ l’americano” o di “Tammurriata nera”, come canzoni; oggi le cronache parlamentari ci riportano della bagarre in aula, non è la prima e non sarà l’ultima, e del gesto volgare del senatore Tal dei Tali, cose di ordinaria amministrazione e, poi, di un “bel” discorso del Premier ad approvazione dell’’articolo 2 al senato.
Bene; sappiamo, come si approvano, ormai, le leggi alla Camera e al Senato; “con la poltrona”. Se la legge viene bocciata, “tutti a casa!” per cui la “poltrona” si conserva il più a lungo possibile.
Ora, il PdC, soddisfatto del risultato ottenuto, sovrapponendosi alle contestazioni delle opposizioni e trovando nuovi compagni di voto, ha dichiarato in modo stentoreo, “L’Italia è ripartita!…”. I giovani non ci avranno fatto caso perché non la conosceranno nemmeno, ma a chi ha superato i sessanta anni non saranno sfuggiti alcuni versi de “L’arca di Noè”, una canzone di Sergio Endrigo, presentata al Festival di San Remo nel 1970.
“…partirà,
la nave partirà,
dove arriverà, questo non si sa;
sarà come l’Arca di Noè,
il cane, il gatto, io e te….”
Tutto il testo della canzone metteva in evidenza il fatto che l’autore non doveva essere né uno stupido, (come spesso accade per delle canzonette senza né capo né coda), né un superficiale e che era in grado di penetrare la realtà quotidiana oltre la semplice apparenza e, indipendentemente da questo, alla pari del film “I tre giorni del Condor”, profetizzava una realtà che si sarebbe verificata quarantacinque anni dopo.
Rilevato questo, allo stato attuale, nelle parole di Renzi, una drammatica realtà bisogna evidenziarla.
Certamente la “nave” partirà, o “è già partita”, non “ripartita”, ma il drammatico è il non sapere “dove arriverà, questo non si sa….”.