Dalle diuturne frequentazioni derivanti da dilettantistiche attività amatoriali e promozionali, mi capita spesso di interloquire e recepire i riflessi umorali e le colorite esternazioni dei cosiddetti “comuni mortali”, i quali spaziano, con straordinaria disinvoltura, dalle questioni molto importanti alle valutazioni più effimere nell’ambito dell’intero contesto politico, economico ed istituzionale del nostro paese.
Per quanto riguarda, ad esempio, il devastante “tsunami” che si è abbattuto su alcuni partiti politici, i commenti della gente si collocano agli antipodi delle deliranti elucubrazioni di alcuni squallidi politicanti di breve, medio e lungo corso.
Al momento i casi più “gettonati” sono il coinvolgimento nel malaffare (tanto per usare un eufemismo), del capo carismatico della Lega Nord, Umberto Bossi in compagnia dei suoi familiari, e le pesanti accuse (ovviamente tutte da provare), rivolte da Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, a Francesco Rutelli ed altri esponenti di primo piano transitati nel Partito Democratico.
Il coinvolgimento della Lega Nord ed, in particolare, del suo capo carismatico, ha scompaginato l’unanime immaginifico di tutti gli osservatori attenti e preparati soprattutto per la tempistica e la pesante situazione economica che caratterizzano l’attuale stato di precarietà della stragrande maggioranza degli italiani.
La domanda ricorrente, alla quale nessuno pare abbia risposte concrete ed immediate, è: “Come mai si consente a vecchi tromboni della politica nostrana di sperperare ingenti risorse finanziarie elargite, in maniera ed in misura così blanda e scandalosa, dallo stato per finalità ben precise (anche se molto discutibili) senza il benché minimo controllo, mentre l’economia rischia il collasso e molte famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese?”.
Le elezioni amministrative di questi giorni e, soprattutto, i ballottaggi, hanno dato un preciso segnale della deriva fiduciaria nei confronti della classe politica e tutti coloro i quali incautamente cantano vittoria, dimostrano di non aver capito nulla di come la pensano gli italiani nell’attuale contesto storico e politico.
Sebbene talune riforme importanti sono di stretta pertinenza del Parlamento, come, ad esempio, la riduzione del numero dei deputati e dei senatori, il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio ed altre modifiche alla carta costituzionale, ci sono, però, provvedimenti non meno importanti che potrebbero essere adottati dal governo dei “bocconiani” distintosi finora, nella sforbiciatura generalizzata ed aumento delle imposte indirette.
Il successo dei “grillini” non sta a significare che la gente si sia improvvisamente innamorata delle baggianate del comico genovese, bensì va interpretato come un disprezzo assoluto nei confronti di chi ci governa a livello locale e nazionale.
Tutti siamo consapevoli che la riduzione degli emolumenti dei nostri parlamentari e della marea dei boiardi di stato, non sanerebbe i nostri conti pubblici, ma darebbe un segnale forte per sopportare “obtorto collo”, i prossimi sacrifici che a breve ci verranno richiesti.
Personalmente ritengo che il governo Monti avrebbe potuto e dovuto fare di più dal momento che il Professore ha lasciato intendere che la sua esperienza politica finirà in coincidenza con le prossime elezioni generali della primavera prossima e, quindi, nessuna preoccupazione di perdere il consenso del suo ipotetico elettorato.
Tuttavia credo che in questo caso bisogna riesumare quel vecchio detto: “Mai dire mai!.