Roma, 2 settembre 2019 – Il disegno di Bergoglio è molto semplice. Non nominare cardinali italiani se non quasi non eleggibili, e quindi mai più un papa italiano. Poiché le carte ormai sono scoperte, Bergoglio è costretto a nominarne uno su dieci e la scelta su chi ricade? Su Monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, 55enne romano, di chiara matrice politica, più che cattolica. Infatti, da tempo conduce la battaglia contro il Ministro Salvini ed il suo decreto legge sulla Sicurezza, difendendo a spada tratta l’accoglienza dei clandestini. Ma c’è di più. Matteo Maria Zuppi, alto prelato progressista, sostenuto dai movimenti popolari, non dai cattolici osservanti, ha presentato un libro di Bergoglio all’interno del Centro Sociale TPO Laboratorio di arte, cultura e politica e pur rappresentando la Chiesa Cattolica, come vuole Bergoglio, è favorevole alla costruzione della moschea bolognese.
Uno allineato così, non merita di diventare Principe della Chiesa?
Per Bergoglio, le chiese di Milano, Venezia e Torino, sempre sedi di Cardinali, possono essere gestite tranquillamente da Vescovi o arcivescovi, come lo era, addirittura Roma fino lo scorso anno.
Don Angelo De Donatis, nominato Vescovo Ausiliare di Roma a novembre 2015, il 26 maggio 2017 viene elevato al rango di Arcivescovo e Vicario del Papa. Poi, la discrasia era troppo marcata per cui Bergoglio, il 28 giugno 2018 è stato costretto a crearlo Cardinale, salvando la “faccia”.
Quindi, ci permettiamo di dare un avviso a parroci e vescovi: le vostre promozioni sono in relazione all’obbedienza e accoglienza ai migranti, non serve riempire le Chiese di fedeli a Dio, l’importante e la fedeltà al papa venuto “quasi alla fine del mondo”