Come leggiamo su “Il Fatto Quotidiano”, sembra che finalmente alle quattro vittime sopravvissute venga accordata la pensione dell’INPS!
Certamente sarà stata la volontà di Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime e Parlamentare PD; insomma , le quattro vittime delle stragi (da quella di Bologna a quella di via dei Georgofili a Firenze) da agosto riceveranno la pensione di invalidità, come previsto dalla Legge 206 sui risarcimenti alle vittime approvata nel 2004. I quattro, al tempo, erano bambini ed hanno riportato ferite permanenti sull’80% del corpo. Ci si aspettava anche che venisse dato corso a quanto deciso nel 2014 dal Governo quando fece declassare i documenti delle stragi dal 1969 al 1984…..ma vi è un’altra promessa disattesa dallo stesso Governo, che riguarda l’introduzione nel Codice Penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale….Nel 2013 il Sottosegretario Del Rio disse:” Costruiremo una corsia preferenziale per approvarla al più presto”. La Legge è stata approvata alla Camera, grazie al lavoro dell’On. Bolognesi, poi insabbiata al Senato……. nell’autunno del 2014. Ora il commosso ricordo: il 2 agosto 1980, si era nei maledetti anni di piombo! A gennaio, era stato ucciso il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella (fratello dell’attuale Capo dello Stato); a Milano, sotto i colpi della Brigata XXVIII marzo aveva perso la vita Walter Tobagi del “Corriere della sera” perché aveva scritto di terrorismo, con ammirevole, anzi eroico coraggio; in tre giorni, dal 16 al 19 marzo, erano stati uccisi dagli assassini “rossomantati” tre Magistrati: a Salerno il Procuratore della Repubblica Nicola Giacumbi, a Roma Girolamo Minervini, designato Direttore Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena del Ministero della Giustizia, a Milano Guido Galli, Giudice Istruttore della prima inchiesta sul terrorismo rosso iniziata con l’arresto di Corrado Alunni. Il 12 febbraio, le Brigate rosse colpirono Vittorio Bachelet, Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e, il 23 giugno, i “fascioneromantati” Nar uccisero Mario Amato, Pubblico Ministero lasciato solo nelle indagini sulla deriva armatista di destra. Intanto, il Parlamento aveva approvato la legge sul “pentitismo” ed era stato catturato il brigatista rosso Patrizio Peci, che personalmente al grande Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa aveva iniziato a fare dichiarazioni importanti che portarono a numerosi arresti di brigatisti cui seguì anche la cattura dei militanti di Prima Linea Roberto Sandalo e Marco Donat Cattin, il figlio dell’ esponente DC, più volte Ministro ed all’epoca Vicesegretario del partito. Qualche giorno dopo l’omicidio Amato, il 27 giugno, di sera, sopra Ustica, la tragedia del Dc9 dell’Itavia con 81 persone a bordo. ……..
Nulla da aggiungere a commento, convinti che un forte invito a serietà giunge, come di consueto, da: “Bologna non dimentica”, lo striscione che i familiari espongono ogni anno nel giorno dell’anniversario.
No, non si possono dimenticare la strage, i morti, i feriti, la paura, il processo, i depistaggi dello Stato, la verità che ancora manca sui mandanti, i colpevoli passati in giudicato, gli amici dei colpevoli. Sull’immane vicenda, anche il Presidente Emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, nel tempo, non si è risparmiato. Cossiga, che all’epoca dell’attentato era a Capo del Governo, nel 1991 dichiarò che nell’immediatezza degli eventi si era sbagliato ad attribuire la strage al neofascismo e, nel 2008, in un’intervista al “Corriere della sera”, insistette sulla pista palestinese definendo la strage, non si sa sulla base di quali elementi, un incidente avvenuto durante il trasporto della bomba da parte della resistenza presente in Italia. Concludendo, non resta a noi comuni mortali che rendere omaggio alla memoria delle Vittime e dei sopravvissuti, rispettando il lavoro e le sentenze della Magistratura, con l’auspicio che si pongano al bando, perché non apportatori di alcuna verità, i più che dannosi minimalismi, relativismi e negazionismi, come anche estemporanei spumeggianti svolazzi di fervida interessata fantasia, il tutto oggi molto in voga in quest’epoca di assenza di riferimenti politici e di minore cultura del rispetto per gli ordinamenti costituiti.