Roma – La giornata è soleggiata e, come sempre accade“dopo la tempesta”, la gente invade strade e piazze. Piazza S. Emerenziana, avanti alla chiesa, è un brulicar di gente dall’eleganza ostentata in cui si notano anche scarpe da pornodiva. Ottimo augurio per un matrimonio. La ressa è alla metà tra un esterno cinematografico e un matrimonio. Sul lato opposto garriscono “un sacco” di bandiere tricolori, alle quali fanno compagnia quelle dei vari partiti che si stanno scontrando per la poltrona di sindaco. Ferve la campagna elettorale delle elezioni amministrative e la giornata soleggiata ha favorito l’uscita di tutte le liste “in lizza”; se non altro, “qualcuno”, alla fine, si vede! Su pochi metri quadrati, sono tre le liste che fanno volantinaggio. Il volantinaggio si confonde con gli invitati del matrimonio e gli slogans fra di loro. I candidati si affannano a fermare i pedoni per propinare loro la “loro” verità, o la “verità” del loro partito, ma si affannano ancora di più per ottenere un minimo di “attenzione”. Senza voler essere blasfemi, sembra la dimensione ecclesiastica; tutti i preti sono predicatori di una verità, ma dieci tonache interroghi, dieci verità diverse trovi. La gente non ne può più e resiste solo la dimensione dogmatica del PD che impone o induce di “credere” anche oltre la realtà storica che la contraddice, ma anch’essa, però, non naviga più in acque proprio tranquille. Segue un tavolino di una delle tante Liste Civiche la cui candidata è tutta impegnata a “costruire la mostra” sul tavolinetto e si confonde nell’insieme caotico e soleggiato. Si avvicina il candidato di questo, un giovane con la barba molto corta, che gli sagoma la mascella e che si presenta con il suo slogan e dice che vuole rimettere ordine nell’amministrazione della città. Gli pongo qualche domanda tecnica di amministrazione, giusto per dargli soddisfazione, e lui risponde con il solito “luogo comune”, che è diventato un leit-motive per tutti, “combattere gli sprechi”. La lista, allo stato attuale, vanta poco più dello 0,1%. A qualche metro si erge il gazebo di Fratelli d’Italia. Una delle volontarie mi viene incontro e mi consegna la brochure della Meloni, in cui c’è una lista di interventi sulla città che non finisce più con i nomi dei candidati che a lei si accompagnano. Ho sempre considerato la Meloni una persona intelligente per cui sono incoraggiato a dare subito un rapido sguardo al suo programma e resto sconcertato. Mi sembra di leggere uno di quei messaggi in cui Renzi garantisce mari e monti, dichiara la eccezionale crescita del PIL allo 0,8%, (che lui preferisce al 20% della Germania), dichiara quasi la massima occupazione, (mentre imprese, industrie, attività commerciali chiudono), e, puntualmente, la sera l’ISTAT lo smentisce e riconduce gli italiani alla dura realtà del PIL allo 0,1% e la disoccupazione che aumenta. Qualcosa che aumenta c’è davvero; è la disoccupazione. La mia impressione mi viene confermata da una domanda che pongo alla volontaria. Come crede di finanziare, la Meloni, tutte le iniziative che elenca sulla sua brochure, se, allo stato attuale, soldi non ce ne sono? La risposta che mi fornisce la volontaria è quella che ha inventato Renzi la sera precedente e che, intuitivamente, fa parte della “sua” campagna elettorale per il “suo” partito. I soldi ci sono; sono quelli della EU e basta sbloccarli. Bene! Fino a un “ieri” di qualche giorno fa, i conti pubblici stavano a zero, come erano stati lasciati da Monti e da Letta, dopo aver succhiato il sangue al contribuente italiano per salvare il MPS, e oggi, mentre chiudono aziende, fabbriche, industrie ed aziende familiari, perché la crisi economica li uccide, i capitali ci sono e sono ingenti, quasi da paragonarci ad una potenza economica? Anche la Meloni e “Fratelli d’Italia” stanno facendo concorrenza a Renzi. Lungo il marciapiede, a fare volantinaggio, con i giovanissimi candidati che si presentano con lei, una ragazzina bionda, rappresentante di un’ennesima “Lista Civica” che, sotto il sole non sincero di questa giornata di maggio bollente, chiede ai pedoni di farla eleggere consigliere del municipio. Non ha esperienza di contabilità, non ha esperienze di imprenditorialità, e, fra le tante cose, nel suo programma, mette un aiuto ai giovani imprenditori che vogliono intraprendere un’attività. Mi aspetto di sentire investimenti per impiantare industrie, studi di consulenza, studi di progettazione e resto sconcertato quando mi dice che l’imprenditorialità a cui si riferisce è l’apertura di esercizi commerciali a conduzione familiare, volgarmente detti negozi, fra i quali una salumeria è già un livello molto alto da raggiungere. Le spiego che il progetto non è proprio avvicinabile perché, qui, in Italia, vige il sistema per cui, chiunque voglia aprire un’attività del genere, al momento in cui va a chiedere la licenza, la prima cosa che gli chiedono è pagare una montagna di tasse a causa della quale condizione, lui si scoraggia e abbandona l’idea. La ragazzina asserisce con amarezza. La sua lista, al momento non conta più dell’1-2%. Può, con cotanto “potere” aspirare ad una elezione e poi ad una battaglia nelle sedi consiliari del Municipio? Mi risponde, altrettanto amaramente, che lei e i giovani, giovanissimi compagni “di cordata”…ci provano…per “mettere ordine” nel Municipio. Sintesi degli incontri vissuti: sono tutti, ma proprio tutti, alla ricerca del proprio 0,1%. Alla fine avranno vinto tutti ma nessuno governerà perché con una polverizzazione delle forze politiche come quella esistente e come quella che si profila, è impossibile governare. Nel piccolo come nel grande, siamo sempre alla Prima Repubblica chiamata eufemisticamente, “Terza”, ma l’importante è che tutti conquistino il proprio 0,1%.