Il clima si è surriscaldato in questa vigilia delle ormai prossime elezioni amministrative che interessano, anche e soprattutto, le più grandi città italiane come Milano, Napoli e Roma.
Come sempre accade in occasioni di questo genere, la lotta, più o meno sotterranea, riguarda le candidature che, però, obiettivamente, non premiano spesso i personaggi più autorevoli e rappresentativi.
Infatti, la sconcertante ed avvilente frantumazione dei vari partiti e dei movimenti politici, favorisce la scelta mirata al mantenimento ed al consolidamento degli equilibri interni prescindendo dalle legittime istanze dei cittadini, che chiedono, con forza e rigore, “il buon governo” delle loro città.
A turbare i sogni di Renzi comprensibilmente in “tutt’altre faccende affaccendato”, è stata la ridiscesa in campo di Bassolino, politico di lungo corso, già sindaco di Napoli e governatore della Campania.
Per onestà intellettuale e per coerenza con noi stessi, va detto subito che la richiesta di partecipare alle primarie del politico napoletano ubbidisce a criteri di legalità e di giustizia perché nei processi svoltisi a suo carico, è stato definitivamente assolto con formula piena.
Ebbene, non è un mistero per nessuno che il Presidente del Consiglio e segretario del suo partito, è contrario e, non potendolo affermare apertamente, l’ha confidato ai due vicesegretari, Guerini e Serracchiani, ritenendo che costoro potessero far comprenderne all’interessato, la inopportunità di tale decisione.
La stessa Serracchiani sarebbe andata ben oltre, lasciando intendere che si starebbe esaminando la possibilità di modificare il regolamento interno introducendovi un codicillo che vieterebbe la ricandidatura delle persone che abbiano già ricoperto la carica di sindaco.
Non conosciamo, né, tanto meno, vogliamo difendere, Bassolino, ma come si fa a dargli torto nel momento in cui ribadisce che non si possono modificare le regole quando la gara è già cominciata !
A prescindere dai sondaggi, più o meno edulcorati, e dalle dichiarazioni ufficiali, la sensazione che si recepisce tra la gente comune, è un consistente calo del PD ed il conseguente avvicendamento nelle amministrazioni delle città più importanti d’Italia.