Roma, 17 luglio – Legalizzazione della cannabis perché si è constatato che è impossibile aumentare l’azione repressiva al suo consumo per cui i provvedimenti da prendere diventano due, consenso al suo uso e depenalizzazione.
La proposta è sostenuta dalla bellezza di 218 deputati…218!…e consta di alcune norme finalizzate a limitare l’uso della droga allo stretto ambito personale.
Bene; la proposta ci fa pensare un po’… molto… a quelle di Pannella ma quelle, però, non erano dettate dalla incapacità di fronteggiare una situazione, ma dalla fraudolenza e dalla strumentalizzazione.
“La droga si consumava perché era vietata, per cui bastava liberalizzarla?!…”; niente di più sbagliato perché la liberalizzazione non diminuiva ma aumentava il consumo della droga perché questo era causato dalla necessità e non dalle proibizioni e il principio era finalizzato solo ad accaparrarsi i voti dei tossico-dipendenti.
Bene; siamo tornati alle strumentalizzazioni di Pannella.
Invece di andare avanti, torniamo indietro. In questa situazione definiamo il problema nelle sue linee essenziali; è assodato che si ricorre al consumo della droga quando nella vita manca qualcosa. Se i signori “onorevoli” non disgiunti dai componenti del governo, sistemassero la “cosa pubblica” in modo che tutti, ma dico “tutti”, potessero essere soddisfatti nelle loro necessità elementari, sia a livello culturale, sia ludico, costoro non avrebbero più bisogno di “affogare” nella droga le loro necessità insoddisfatte e la droga non avrebbe più “campo fertile” di esistenza.
Unica nota positiva in questo marciume, Salvini, che definisce una delle più elementari verità della vita; “Si alla prostituzione e no alla droga perché il sesso, fino ad oggi, non ha mai fatto male a nessuno; la droga, invece, si!”.