Politica
Renzi abbassa i toni, ma si sgretola il suo carisma personale
Nella “convention” del PD svoltasi nei giorni scorsi al Lingotto di Torino, in vista delle primarie del partito, abbiamo scoperto un nuovo Renzi, non sappiamo ancora se migliore o peggiore di quello che conoscevamo prima.
Una cosa comunque è certa: le “mazzate” ricevute nelle elezioni amministrative e soprattutto la pesante sconfitta nel referendum del 4 dicembre scorso sulla riforma costituzionale, hanno lasciato il segno.
Per onestà intellettuale e per amore della verità, bisogna rilevare, che seppur “obtorto collo”, ha riconosciuto il peso e la portata di alcuni suoi gravi errori , ma lo ha fatto con toni molto più pacati e concilianti di quelli abituali, anteponendo sempre e comunque gli interessi del partito a quelli individuali e personali.
Non è stato affatto tenero con gli scissionisti criticandoli severamente per aver attentato alla sopravvivenza di una comunità, come il PD, destinata a sopravvivere a prescindere della leadership presente e futura.
In questi ultimi due mesi lontano dalle luci della ribalta (talk show televisivi, radio e prime pagine dei giornali), avrà certamente avuto modo di riflettere e scegliere bersagli e strategie politiche per riproporsi leader del suo stesso partito e Premier del futuro governo.
La sua abilità dialettica sembra non abbia affatto risentita della breve pausa di “letargo” e sicuramente presto ritornerà ad essere protagonista sulla scena politica italiana.
Di sicuro ha voluto o dovuto rinunciare a qualcosa, come le elezioni politiche anticipate, negate anche dallo stesso Presidente del Consiglio Gentiloni nel corso di una nota trasmissione televisiva della RAI, il quale ha più volte detto e ripetuto che il suo governo condurrà la legislatura alla sua scadenza naturale, 2018, salvo diverso avviso della maggioranza parlamentare (in questo caso, però, si giocherebbero il vitalizio…)
Anche nei confronti degli altri due candidati, Orlando ed Emiliano, si è espresso in termini bonari sostanzialmente amichevoli e per nulla polemici o provocatori..
Prescindendo dai sondaggisti, ormai screditati dopo le ultime bufale riguardanti l’elezione di Trump negli Stati Uniti e la Brexsit in Gran Bretagna, è tuttavia opinione ricorrente che la vittoria di Renzi in questa circostanza, sia già scontata, mentre resta alquanto incerta la possibilità, per il PD, di governare nella prossima legislatura.
A questo punto il tutto dipenderà dalla nuova legge elettorale, perché qualora passasse un sistema proporzionale puro, bisognerebbe allearsi con qualcuno ed il rischio di ingovernabilità del Paese resterebbe dietro l’angolo.