L’ex di Gladio Antonino Arconte accusa:”Distrutte prove sul ritrovamento di via Fani””, segnala che sono scomparsi dagli archivi della Rai uno dei documenti più sconcertanti del caso Moro, consegnato 12 anni fa dall’ex gladiatore Antonino Arconte, in servizio presso i reparti “stay behind”, la cui esistenza fu rivelata da Andreotti soltanto nel 1990.
Lo rende noto lo stesso Arconte affermando di essersi recato in questi giorni con un ufficiale giudiziario presso gli studi televisivi RAI per riottenere i documenti a suo tempo forniti per un’inchiesta sul sequestro Br, ma erano introvabili. Il più importante era una velina del Ministero della Difesa, battuta a macchina datata 2 marzo 1978, da distruggere dopo essere letta (invito evidentemente disatteso), in cui si affermava: “Autorizzazione ministeriale a G-219. È autorizzato a ottenere informazioni di 3° grado e più, se utili alla condotta di ricerca contatto con gruppi del terrorismo M.O. al fine di ottenere collaborazione e informazioni utili alla liberazione dell’On. Aldo Moro”. Ma Moro il 2 marzo 1978 non era stato ancora rapito; lo sarà soltanto il 16 marzo, 14 giorni dopo; inspiegabile dunque sollecitare eventuali pressioni per liberare il prigioniero politico. La RAI si era fatta consegnare la velina per sottoporla a perizia, che diede esito positivo. La carta e gli inchiostri erano infatti quelli in uso alla Marina nel 1978. “Non è stato smarrita ma distrutta”, sostiene Arconte. A quel che già si sa, il gladiatore G219, il destinatario della missiva, era Mario Ferraro, Ufficiale dei Servizi Militari, morto ufficialmente suicida a 46 anni, il 16 luglio 1995, nella sua casa all’Eur, dopo aver annunciato alla compagna che usciva per comprare i sigari. “Me la diede nella primavera del 1995, aveva paura di essere ucciso”, raccontò Arconte.
Di Antonino Arconte, nel libro “I 55 giorni” dell’ex Magistrato Ferdinando Imposimato, è dedicato il capitolo “Chi sapeva del sequestro?”. Su questo e altri oscuri aspetti di quella tragedia nazionale dovrà occuparsi la “Commissione Bicamerale sul caso Moro e sul Terrorismo”, che il 2 ottobre scorso ha tenuto la prima riunione per l’elezione dell’Onorevole Giuseppe Fioroni a Presidente della Commissione stessa.
Poi, come scritto nell’articolo “Ancora un processo sul caso Moro” del 10 dicembre scorso, dopo ben sei processi e istruttorie varie, il Procuratore Generale della Repubblica di Roma, Luigi Ciampoli, ha sottolineato che “sono emersi gravi indizi sulla pista internazionale, e a tal fine il Procuratore Generale ha aggiunto che “..bisogna prendere atto che in via Fani.. non c’erano solo le Br. Oggi sappiamo che su quel palcoscenico c’erano, oltre alle Br, agenti dei servizi segreti stranieri, interessati a destabilizzare l’Italia”. Sono parole pesanti, soprattutto perché provengono dal più autorevole Magistrato della pubblica accusa.
L’auspicio, quindi, che si verifichi quello che ha detto il neo Presidente della Bicamerale Fioroni: “Si cambia verso solo se si chiudono i conti col passato”.
Lo speriamo fermamente, anche se avanziamo motivati dubbi!